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25 aprile 2024

Italia

Borsellino, in video spunta l'agenda rossa

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Borsellino, in video spunta l'agenda rossa

ROMA - L'agenda rossa di Paolo Borsellino spunta in un video girato dai vigili del fuoco nell'immediatezza della strage di via D'Amelio, nella quale il magistrato morì con i cinque uomini della sua scorta.

E' la Repubblica a pubblicare il fotogramma nel quale si vede un'agenda del tutto simile a quella nella quale il giudice Borsellino annotava i suoi appunti più riservati dopo la morte di Giovanni Falcone, a terra accanto al suo corpo carbonizzato dall'esplosione dell'autobomba. A quanto ricostruisce il quotidiano sulla base delle due ore di filmato, acquisito dalla procura di Caltanissetta già 20 anni fa, l'agenda scomparsa era ben visibile ancora pochi minuti dopo l'esplosione, ''almeno fino a quando un uomo, non in divisa, si avvicina al corpo di Paolo Borsellino e, con il piede sinistro alza un pezzo di cartone che la copre''.

Una notizia che il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari cerca di ridimensionare. Pur confermando infatti che "il fotogramma pubblicato oggi dal quotidiano la Repubblica appartiene al filmato girato il 19 luglio 1992 dai vigili del fuoco di Palermo che è stato depositato nel processo 'Borsellino Bis' e nel procedimento 'Agenda Rossa' a carico dell'allora capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli", Lari precisa che "l'oggetto somigliante a una agenda, ma in realtà di minore spessore rispetto all'agenda rossa del dottor Borsellino, raffigurato nel fotogramma, non si trova - come si afferma nell'articolo del quotidiano - accanto al corpo di quest'ultimo, bensì accanto alla salma dell'agente di scorta Emanuela Loi".

"Il corpo dell'agente di scorta - puntualizza - si trovava accanto ad una autovettura citroen BX parcheggiata in via d'Amelio a circa 20 metri di distanza dal luogo in cui è stato rinvenuto il corpo del dottor Borsellino. Ammesso e non concesso che l'oggetto raffigurato nel fotogramma possa essere l'agenda rossa di Borsellino - afferma Lari - , è quasi impossibile fornire una spiegazione logicamente attendibile su come possa essere arrivata in quel luogo". Secondo il procuratore capo "vi sono, pertanto, molte ragioni per prendere quantomeno con il beneficio di inventario la notizia fornita dal quotidiano la Repubblica". Ciò non toglie - assicura - che la Procura di Caltanissetta verificherà approfonditamente anche questa notizia per scongiurare che il mistero della scomparsa dell'agenda rossa di Paolo Borsellino si infittisca ulteriormente a discapito dell'accertamento della verità, sottoposta proprio in questi giorni a verifica dibattimentale".

L'immagine pubblicata da la Repubblica lascia però molti interrogativi e apre nuovi scenari.

"Come sapete sono uno che tende sempre ad accertare la verità e a cercare verità e giustizia. Quindi qualsiasi passo avanti si può fare per me è un passo positivo", commenta da Palermo il presidente del Senato ed ex procuratore antimafia, Pietro Grasso. Quanto alla richiesta dei pm palermitani di ascoltarlo nell'ambito del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia si dice "disponibile ad essere ascoltato. Naturalmente valuterò le prerogative che il mio ruolo mi dà di farmi ascoltare nei palazzi del Senato".

Sul fotogramma che immortala l'agenda rossa interviene Antonio Ingroia, ex procuratore aggiunto di Palermo. ''Se quella foto fosse vera, ci troveremmo di fronte a un fatto incredibile e davvero inquietante. E' inaudito che una prova del genere venga fuori dopo 21 anni, senza che nessuno l'abbia mai segnalata ai magistrati: sarebbe pazzesco. Il tema del'agenda rossa è da anni, per tutti, la chiave di volta della strage di Via d'Amelio''. ''Aspettiamo le verifiche - dice Ingroia all'Adnkronos - che faranno i colleghi di Caltanissetta ma se quel filmato racchiudesse la verità sull'agenda rossa, vorrebbe dire che qualcuno ha intenzionalmente occultato questo elemento perché non voleva che saltasse fuori. E non sarebbe il primo, grave depistaggio di quest'indagine''. ''In quei fogli - rimarca Ingroia - ci sono le ultime verità di Borsellino: i familiari in primo luogo e tutti noi cittadini, orfani di quella verità, abbiamo diritto di sapere''.

A chiedere di ''fare tutte le verifiche", è Luciano Violante. "Può darsi che una ricerca più accurata sul filmato e sull'archivio faccia venire fuori altri elementi'', dice all'Adnkronos l'ex presidente della commissione Antimafia. Per Violante ''avevano ragione quelli che lamentavano la scomparsa dell'agenda. Ora bisogna rivedere tutto il materiale che fu allora acquisito, per risalire possibilmente a chi l'ha fatta sparire o a chi ce l'ha in questo momento...''.

Anche per l'ex ministro dell'Interno Vincenzo Scotti ora "occorre capire: forse in quei fogli potrebbero esserci alcuni dei passaggi più importanti della storia della lotta alla mafia. Se il dato fosse confermato, permetterebbe di fare un passo importante per capire quanto è davvero accaduto. Abbiamo tutti interesse a che si faccia chiarezza e si arrivi al contenuto dell'agenda''. L'agenda con il logo dell'Arma dei Carabinieri, da cui il giudice antimafia non si separava mai, è scomparsa dal giorno dell'eccidio. ''Il dato è che l'agenda c'era e sembra sia stata presa'', fa notare Scotti. ''Ma non si può più procedere per supposizioni: serve la chiarezza di accertamenti che vanno fatti sul serio, senza più scontri frontali e pregiudizi'', taglia corto.

Per la sorella del giudice ucciso dalla mafia, Rita Borsellino, "se fosse davvero l'agenda di Paolo sarebbe un fatto di gravità straordinaria, l'ennesimo paradosso a cui abbiamo assistito in questi anni, perché sarebbe assurdo pensare che qualcuno non abbia visto un reperto così importante. Adesso - afferma all'Adnkronos - occorre fare un altro passo in avanti nella ricerca della verità: individuare la persona in borghese che si aggira attorno ai resti di Paolo. Leggo che quelle immagini sono già state esaminate. Io non le avevo mai viste, mio fratello (Salvatore, ndr), invece, mi ha detto che ne era già a conoscenza. Non so dire da quel filmato se quella sia o meno l'agenda di Paolo, ma una cosa è certa: è una cosa enorme, che suscita turbamento. Se fosse realmente la sua agenda significherebbe che qualcuno l'ha presa, ha visto cosa conteneva e ha deciso di non parlarne più". Un depistaggio? "Per anni - conclude l'europarlamentare - c'è stato chi ne ha messo in dubbio persino l'esistenza, nonostante noi familiari avessimo ribadito sempre e in ogni occasione che Paolo non si separava da quell'agenda e che portava sempre con sé, talvolta anche fuori dalla sua borsa, tenendola in mano".

Intanto da Firenze il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone assicura che per tutte le "stragi del biennio terribile '92-'93 continua l'impegno da parte di tutto lo Stato in tutte le sue articolazioni". E il procuratore di Torino, Giancarlo Caselli conferma che quella sulla strage di via D'Amelio ''è un'inchiesta difficile che stanno conducendo colleghi di valore''.

(Adnkronos)

 



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