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23 gennaio 2025

Conegliano

Borgo Malanotte e i luoghi del Raboso in tutte le sale italiane

Al cinema "Il Leone di vetro", film girato in vari luoghi della Marca

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Borgo Malanotte e i luoghi del Raboso in tutte le sale italiane

VAZZOLA - È un film molto trevigiano quello in programma dallo scorso 13 novembre nelle sale cinematografiche, perché trevigiane sono molte delle location utlizzate, dai vigneti di San Polo di Piave allo splendido Borgo Malanotte, a Tezze di Piave. Motivi che hanno convinto Treviso Film Commission e la stessa Provincia di Treviso a sostenere il progetto. E trevigiana è anche una delle società che ha investito nella produzione della pellicola, insieme alla padovana Venice Film.

Cultour Active, società di promozione culturale di Treviso, era infatti a Roma mercoledì 12 novembre in occasione della prima nazionale del film “Il Leone di vetro”, tenutasi a Villa Borghese. Precedentemente, il lungometraggio era stato presentato in anteprima, fuori concorso, alla 71^ Mostra del Cinema di Venezia e, in concorso, al Pompei Cinema Festival (dove ha ottenuto il premio “Fauno Danzante” per la migliore colonna sonora dell’anno 2014).

 

La società trevigiana, che si occupa di valorizzazione di progetti culturali anche con allestimenti d’impatto grazie all’utilizzo di innovative tecnologie multimediali e interattive, ha “inaugurato” la sua esperienza cinematografica proprio con la coproduzione del film “Il Leone di Vetro” di Venice Film, opera del regista e napoletano Salvatore Chiosi e ambientato tra Venezia e le terre del Piave. Enrico Longo, Presidente di Cultour Active ( , commenta così il nuovo impegno: «Con Venice Film, abbiamo scelto di coprodurre “Il Leone di vetro” perché i nuovi temi della cultura rappresentano la nostra quotidianità e questo è un film altamente culturale e realmente innovativo e coraggioso, che tratta in particolare le radici della nostra terra, la sua storia, le sue eccellenze (il vino Raboso n.d.r.). Contribuire a questo progetto cinematografico è stata ed è per noi una grande opportunità di promuovere la storia meno conosciuta e le specificità venete su tutto il territorio nazionale. Storia non solo veneta, ma realmente uno spaccato di ciò che lungo la penisola caratterizzò, in quegli anni, la nascita di una nuova nazione, una riscoperta della storia vera d’Italia».

 

Il lungometraggio è stato girato in buona parte nei luoghi di produzione del Raboso del Piave e sotto le storiche bellussere di Cà di Rajo. La bellussera è un antico metodo di allevamento della vite basato su un sistema a raggi: le viti, posizionate a 2,50 metri da terra, vengono disposte a raggio con l’ausilio di cavi di ferro sorretti da un palo dell’altezza di circa 4 metri. Il sistema, diffuso principalmente in Veneto, prende il nome dai suoi ideatori, Antonio e Girolamo Bellussi, agricoltori di Tezze di Piave che, dall’esigenza di combattere il fenomeno della peronospora, misero a punto questa particolare tecnica verso la fine dell’800.

 

L’arte cinematografica si unisce così all’antica arte di produrre il vino e allo spettacolo naturale che questa forma di impianto offre alla vista.

 


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Stefania De Bastiani

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