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28 marzo 2024

Treviso

Bonifico in banca per l'importo di 1 euro: un professionista racconta

Lo ha chiesto come integrazione il Comune di Treviso per una pratica di dieci mesi fa.

| Tommaso Colla |

| Tommaso Colla |

Bonifico in banca per l'importo di 1 euro: un professionista racconta

TREVISO - “1 euro! Ha sentito? Non cento, non dieci: un euro”. Quando ci incontra, Alberto non ha ancora deciso se indignarsi o se rassegnarsi desolato alla burocraticità. E’ un libero professionista di Treviso e l’altro giorno ha ricevuto dal suo Comune una mail. La apre. Strabuzza gli occhi leggendovi un’ingiunzione di pagamento. Per integrare – si spiega cortesemente nell’accompagnatoria - i diritti di segreteria in riferimento a una pratica presentata dal gentile destinatario della presente, nel gennaio di quest’anno.

Soldi, sempre soldi, ancora soldi: “Governo ladro” gli scappa da dire. Poi si ricorda che no, stavolta non c’entra Roma, è il Comune di Treviso. Salta all’importo: 1 euro. Gli occhi sgranati adesso: “Come… un euro?”. Torna in cima alla missiva: “Comune di Treviso… 28 ottobre 2020… Gentile Signor…”. La rilegge tutta Alberto, rigo dopo rigo, concentrato fino ai “Distinti saluti, il Dirigente…”. A capo però non riesce a venirne. Cerca il bonifico, fatto dieci mesi fa. Verifica l’importo. Accende il pc e comincia a navigare nel mare SUE (lo sportello per l’edilizia) tra CILA e SCIA. E lo trova il suo bel modulo compilato perfetto. E pure il tariffario. Che però nel frattempo ha fatto naufragio, perché si potrebbe ragionevolmente supporre non essere stato corretto secondo l’aggiornamento ISTAT intervenuto il primo gennaio 2020.

Alberto sulle prime di chiede se fosse compito suo quello di tenere conto dell’Istat, applicare aliquote, calcolare la tassa e i servigi di segreteria. Ipotesi piuttosto remota, e quindi esclusa. Più verosimilmente dev’essere successo che a un certo momento gli uffici si saranno accorti di non aver ottemperato all’aggiornamento del tariffario e, dieci mesi dopo ma prima della fine dell’anno, si sono messi a battere cassa. Perché cifre che non quadrano, nella pubblica Amministrazione, evocano un terribile spettro chiamato Corte dei Conti. Alberto il suo “debito” lo ha ripianato. E’ andato in banca, ha fatto un bonifico. Gli occhi stavolta li ha strabuzzati il bancario allo sportello.

 


| modificato il:

Tommaso Colla

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