"Bolletta da 2mila a 22mila euro, le piscine di Vittorio Veneto rischiano di chiudere"
Polesel, presidente di Nottoli Nuoto: "La situazione è drammatica"

VITTORIO VENETO - Al Covid e alle restrizioni ora si aggiunge anche il “caro bollette”. Ambra Polesel, presidente di Nottoli Nuoto, non usa mezzi termini: “La situazione è drammatica, questa è la cronaca di una morte annunciata”. “Per quanto riguarda il metano, a settembre abbiamo pagato 2200 euro, 22 centesimi al metro cubo. A dicembre abbiamo dovuto pagare 22mila euro, 1,21 euro al metro cubo – aggiunge Polesel -. In più c’è stata la quarta ondata e gli ingressi sono ancora contingentati. Rispetto al gennaio del 2019, nell’ultimo mese abbiamo perso il 60% degli incassi”.
“Vedremo i costi dell’acqua e della corrente elettrica – dice ancora la presidente -. È impossibile continuare così, anche lavorando gratis come abbiamo fatto per 8 mesi l’anno scorso. Il nostro impianto ha 50 anni, per ora non abbiamo portato a casa nessuna ristrutturazione: in un impianto di questo tipo il rilancio dell’attività e il contenimento dei costi sono impensabili”.
La situazione, ovviamente, non promette nulla di buono. Lo ammette anche Polesel: “Tutte le gestioni rischiano di chiudere, anche la nostra. Siamo in una situazione da terzo mondo, in due anni abbiamo preso il 5% del fatturato con i ristori. Se le cose non cambieranno, saremo costretti a pensare ad una soluzione estrema”.
A causa della pandemia l’intero comparto sta attraversando un periodo difficilissimo. Il mondo del nuoto ha così deciso di fermarsi: le associazioni dei gestori degli impianti natatori hanno proclamato uno sciopero generale per domenica 6 febbraio. Tantissime piscine rimarranno quindi chiuse. “Ogni giorno una società di gestione chiude i battenti, molti impianti non hanno riaperto dopo la pausa natalizia, significa che le persone non potranno più fare sport, significa togliere salute e benessere”, sostengono le associazioni del nuoto.