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21 marzo 2025

Treviso

Blitz contro il lavoro nero nella Marca: sequestrati tre laboratori abusivi

Lavoratori clandestini, sicurezza inesistente e abusi edilizi: scattano sequestri e denunce

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Blitz contro il lavoro nero nella Marca: sequestrati tre laboratori abusivi

TREVISO – Un'operazione congiunta della Guardia di Finanza di Treviso, insieme a SPISAL, Ispettorato del Lavoro, ARPAV e Vigili del Fuoco, ha portato al sequestro di tre laboratori abusivi tra Istrana, Quinto di Treviso, Roncade e Zero Branco. Le verifiche, coordinate con i Comuni interessati, hanno messo in luce gravi violazioni in materia di sicurezza, gestione dei rifiuti e normativa urbanistica. In tre delle quattro aziende controllate (tre tessili e una del settore packaging), i Finanzieri hanno scoperto ambienti in condizioni fatiscenti e pericolose, oltre alla presenza di due lavoratori clandestini. Nei laboratori di 400, 100 e 60 metri quadri, le uscite di emergenza risultavano bloccate o impraticabili, e sono state accertate scarse condizioni igieniche. A seguito delle irregolarità riscontrate, sono stati sequestrati d'urgenza tre immobili per un valore di 300 mila euro, 33 macchinari e 37 banchi da lavoro per un valore complessivo di 50 mila euro. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha convalidato i provvedimenti. Gli amministratori delle aziende, tutti di nazionalità straniera, sono stati denunciati per impiego di manodopera clandestina, violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, gestione illecita di rifiuti e abusi edilizi.

Camere abusive e emissioni nocive

Nel laboratorio di packaging a Istrana, i controlli hanno evidenziato l’assenza dell’autorizzazione per l’emissione di sostanze tossiche legate all’uso di mastici e colle. Nei locali di Quinto di Treviso e Zero Branco, le Fiamme Gialle hanno scoperto camere da letto abusive e perfino una cucina ricavata senza permessi. Le indagini hanno inoltre permesso di ricostruire un sistema di evasione fiscale da oltre 500 mila euro. Dal 2013, almeno tre aziende diverse avevano operato nello stesso opificio, chiudendo ogni volta per evitare di pagare tasse e contributi, e riaprendo con una nuova ragione sociale. Un sistema che permetteva loro di mantenere fornitori e clienti, aggirando le verifiche fiscali. L’operazione si inserisce nel piano di controlli avviato dalla Guardia di Finanza di Treviso, volto a contrastare la concorrenza sleale e la violazione delle norme a tutela dei lavoratori e del Made in Italy.


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Gianandrea Rorato

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