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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Il Biancone minacciato dai vigneti

Scoperte tre coppie tra il Monte Grappa e il Cansiglio

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Biancone femmina adulta - foto Guglielmi
(un Biancone femmina adulta - foto Guglielmi)
 

VITTORIO VENETO – Che una coppia di Bianconi (Circaetus gallicus), chiamati anche le aquile dei serpenti perché si nutrono esclusivamente di questi animali, nidificasse nell’Asolano era noto. Ma che altre due coppie avessero il loro nido tra le colline del prosecco no. A giungere a questa scoperta, dopo una ricerca durata sei anni, è Roberto Guglielmi, 46enne ornitologo e naturalista, delegato Lipu della sezione di Vittorio Veneto e insegnante di scienze della terra e biologia all’Istituto “Città della Vittoria”.

 

Fresco di stampa – sarà presentato il 22 ottobre al Palafenderl nell’ambito della rassegna “Cinema e ambiente” – è il suo libro “Il Biancone nell’alto trevigiano” che ripercorre i sei anni di appostamenti e di ricerca faunistica dedicata a questo uccello migratore che trascorre l’inverno nella fascia a sud del Sahara per fare ritorno anche nel nord est dell’Italia a marzo, quando è tempo di nidificare.

 

Nel 2016 e nel 2018 Guglielmi ha scoperto i due nidi di Biancone che ora si trovano all’interno della core zone del sito Unesco delle colline di Conegliano e Valdobbiadene. «Dal Monte Grappa al Cansiglio, su un’area di studio di circa 450 chilometri quadrati, posso ora dire che le coppie di Biancone sono tre e tre – dettaglia l’ornitologo - sono i nidi distanziati fra loro di 12 chilometri, mentre nel resto d’Italia, dove è presente l’habitat del Biancone, i nidi si trovano ogni 4 chilometri e questo perché l’habitat non è stato alterato da mani umani. E tenuto conto della già bassa popolazione per motivi ecologici di questa specie, la femmina depone un solo uovo, ecco che la popolazione diventa ancora più bassa a causa dell’alterazione antropica del loro habitat».

 

Il Biancone caccia sui pascoli del Visentin e lungo il greto del Piave, dove trova serpenti, in particolare il biacco, il saettone e la natrice dal collare. Ogni anno tornano a fare il nido nel punto in cui aveva nidificato l’anno precedente. «Prediligono – spiega Guglielmi – i versanti collinari ripidi e boschivi nei quadranti meridionali dove, negli ultimi tempi, sono comparsi molti vigneti. E ora le ultime tre coppie rimaste nell’alto trevigiano corrono un pericolo a causa dei vigneti che hanno spazzato via i boschi che c’erano. I loro nidi, sulla cui localizzazione mantengo il massimo riserbo, sono ormai assediati dai vigneti che rischiano di compromettere nel futuro il loro habitat riproduttivo».

 

Il Biancone è una specie relativamente rara nel Nord-Est dell’Italia. «Prima di questa ricerca – conclude Gugliemi – si sapeva solo dell’esistenza di una coppia sui colli asolani, ma non era mai stato trovato il nido scoperto nel 2015». Dai nidi sono partiti tutta una serie di studi su questa specie protetta.

 


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Claudia Borsoi

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