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29 marzo 2024

Treviso

Beccato in giro nonostante il decreto: completamente ubriaco aggredisce gli agenti

Si era avvicinato troppo ad un passante violando la distanza di sicurezza e la cosa ha attirato l'attenzione dei poliziotti

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

polizia

TREVISO – I controlli in strada per verificare che le persone non siano in giro per niente e che mantengano le distanze di sicurezza tra di loro hanno portato a denunciare un marocchino di 35 anni completamente ubriaco che stava importunando un altro uomo.

Una pattuglia della polizia che stava effettuando dei controlli per verificare il rispetto del decreto emesso per limitare la diffusione del coronavirus ha notato il marocchino che si era avvicinato troppo ad un passante in viale Nino Bixio e proprio questa vicinanza reputata eccessiva ha fatto avvicinare anche la volante.

 

A quel punto i poliziotti si sono resi conto delle condizioni del marocchino: era completamente ubriaco. Gli agenti hanno tentato di relazionarsi con lui richiedendo i documenti, ma lui ha reagito aggredendoli e rifiutandosi di farsi identificare.

Figuriamoci quando gli hanno chiesto di spiegare perché fosse lì nonostante i divieti imposti in questo periodo che c’è il coronavirus… Lui è diventato sempre più violento, tanto che i poliziotti hanno richiesto l’intervento anche di una seconda volante. A quel punto sono riusciti ad immobilizzarlo e a portarlo in Questura, ma qui il marocchino ha continuato a dare di matto ed ha devastato alcuni mobili di un ufficio della squadra volanti.

 

Alla fine il 35enne, un soggetto già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato per residenza a pubblico ufficiale, false attestazioni, danneggiamento aggravato e lesioni e dovrà rispondere anche di inosservanza degli ordini imposti dal decreto emesso dal governo per porre un freno al diffondersi del coronavirus.

 

 

Il marocchino in questione non è che una delle tante persone denunciate dalla polizia di Treviso, che sta lavorando in collaborazione col Reparto prevenzione crimine di Padova, proprio per controlli finalizzati a far rispettare il decreto del presidente del Consiglio.

 

Diverse di loro, quando gli è stato richiesto di fornire l’autocertificazione per giustificare i loro spostamenti, infatti, hanno dato delle spiegazioni considerate non compatibili con effettive necessità, come motivi di lavoro o salute.

Per questo sono state emesse denunce penali sia per inosservanza degli ordini dell’autorità che per false attestazioni a pubblico ufficiale.

 



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Matteo Ceron

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