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23 aprile 2024

Nord-Est

Batterio killer: le terapie intensive di Verona tornano a sede originaria

Trasferimento temporaneo dopo morti neonati sospette citrobacter

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foto d'archivio

VERONA - Da oggi la Terapia Intensiva Neonatale e la Terapia Intensiva Pediatrica dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona ritornano, dalla sede provvisoria del Polo Confortini di Borgo Trento, alla sede originaria dell'Ospedale della Donna e del Bambino.

In una nota il commissario dell'Azienda, Francesco Cobello, ha spiegato che "verrà quindi gradualmente riattivata l'attività che era stata ridotta a partire da giugno 2020". All'epoca si era resa necessaria la chiusura del Punto Nascita (riaperto l'1 settembre scorso) e il trasferimento delle due Terapie Intensive in seguito ai casi di infezione da citrobacter, che avrebbero provocato il decesso di almeno tre neonati e gravi malformazioni in altri.

Su questi episodi la Procura della Repubblica di Verona ha aperto un'inchiesta, mentre la Regione Veneto e il Ministero della Sanità avevano compiuto ispezioni con successive relazioni.

Il 5 settembre scorso l'Azienda aveva sospeso temporaneamente dal lavoro Chiara Bovo, direttore sanitario, Giovanna Ghirlanda, direttore medico della struttura, e Paolo Biban, direttore della Pediatria a indirizzo critico.

Cobello ha sottolineato che durante il trasferimento "sono stati effettuati interventi di carattere tecnico-impiantistico, nuovi protocolli organizzativi che superano ampiamente i normali requisiti di attività in analoghi servizi ospedalieri.

Quanto effettuato ha portato l'Ospedale della Donna e del Bambino a un livello tecnico ed igienistico di grande eccellenza, sicuramente tra i più elevati a livello nazionale ed internazionale. I rilievi effettuati dopo le misure adottate, sia sull'impianto idrico, sia sull'ambiente, non hanno rilevato alcun isolamento di 'Citrobacter koseri' del ceppo epidemico precedentemente sequenziato" ha concluso.

L'Ospedale della Donna e del Bambino di Verona è il più grande punto nascite del Veneto, con una media - dati del 2019 - di oltre 3.000 parti all'anno.
 

 


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