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28 marzo 2024

Treviso

Badanti non vaccinate: un volantino tradotto in più lingue per convincerle

L'iniziativa dei sindacati dei pensionati preoccupati per gli anziani non autosufficienti seguiti dalle assistenti familiari

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

vaccino Covid

TREVISO - Un appello a vaccinarsi tradotto in inglese, rumeno-moldavo, russo e ucraino. È questa l’iniziativa con cui i sindacati dei pensionati di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Veneto si rivolgono alle tantissime assistenti familiari che nella nostra provincia accudiscono anziani non autosufficienti.

Il problema è noto e preoccupante: moltissime badanti, provenienti soprattutto dall’Est Europa, non sono vaccinate o lo sono, ma con sieri non riconosciuti da nessuna agenzia del farmaco. Adesso potrebbero comunque fare la terza dose. Una situazione molto grave, considerando che si stima che solo le "badanti” dell’Est che lavorano in Veneto sono circa 50mila.

“Tante, purtroppo troppe, sono senza vaccino o vaccinate con Sputnik o Sinovac - spiegano i sindacati - . Così, attraverso un volantino scritto anche in alfabeto cirillico, spieghiamo in modo semplice e sintetico i vantaggi della vaccinazione, rimarcando che la vaccinazione è gratuita e permette di ottenere il Green pass”. “Nel nostro appello ricordiamo anche che senza green pass non è possibile lavorare, come stabilito dal governo”, sottolineano Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Tina Cupani (Fnp Cisl) e Debora Rocco (Uilp Uil). “Il vaccino, inoltre, è fondamentale anche per tutelare la loro salute. Vorremmo invertire in qualche modo una tendenza soprattutto culturale, che relega i Paesi dell’Est agli ultimi posti in Europa per percentuali di immunizzati”.

Alla luce della recente decisione del ministero della Salute che le persone vaccinate all’estero con vaccino non autorizzato Ema, possono ricevere la dose booster, Pfizer o Moderna, a partire da 28 giorni fino a 6 mesi dal ciclo primario le segreterie generali aggiungon: “Rinnoviamo la nostra richiesta alla Regione affinché avvii una capillare campagna di sensibilizzazione nei confronti delle assistenti familiari”.

 


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Isabella Loschi

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