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28 marzo 2024

Castelfranco

Aviaria, abbattuti migliaia di volatili in due allevamenti di Riese e Vedelago

Intervento tempestivo dopo la positività. L’Ulss: “Assente rischio per l’uomo”

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Aviaria

RIESE - Venerdì scorso è giunto presso i servizi veterinari dell’azienda Ulss 2 Marca trevigiana, l’esito positivo per influenza aviaria dei volatili presenti in un allevamento di Riese Pio X. L’influenza aviaria è una malattia virale che colpisce per lo più gli uccelli selvatici. Questi fungono da serbatoio e possono eliminare il virus attraverso le feci. Solitamente tali uccelli non si ammalano, ma possono essere molto contagiosi per gli uccelli domestici come polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile. 

 

Considerato l’elevato rischio di infezione per le altre realtà produttive, i provvedimenti sono stati immediati e già nella mattina successiva è stato dato corso all’abbattimento dei capi allevati ed alle operazioni di pulizia e disinfezione, sia nell’allevamento infetto, sia in quello contiguo per un totale di 15.000 capi tra anatre, faraone e polli. Contemporaneamente il Ministero della Salute ha decretato l’abbattimento preventivo di un altro allevamento sito a Fanzolo di Vedelago in cui erano allevate galline ovaiole funzionalmente collegato a quello di Riese Pio X per circa altri 12 mila capi.

 

In poche ore il caso è stato chiuso anche se rimangono in essere, per circa 30 giorni, rigide restrizioni alle movimentazioni di tutti gli avicoli presenti nel raggio di 10 km. La Regione Veneto ha già disposto un piano di monitoraggio virologico mirato a tutti gli allevamenti dell’area di restrizione per escludere in maniera assoluta la circolazione del temuto virus tra le specie allevate.

 

L'Ulss ribadisce che gli allevatori colpiti dovranno sopportare un grave danno economico legato non solo al valore economico degli animali ma anche alla perdita di mercato nel periodo natalizio. Il rischio di introduzione negli allevamenti può essere notevolmente limitato disinfettando tutti i mezzi in entrata, prestando attenzione alle certificazioni sanitarie degli animali acquistati, limitando il contatto con gli anatidi selvatici attraverso l’utilizzo strutture fisse e/o reti di copertura nel caso di allevamenti all’aperto.

 

L'azienda sanitaria sottolinea inoltre che "il pericolo per l’uomo è assente".  

 


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