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23 aprile 2024

Italia

Aumento Iva, allarme Confcommercio: "Stangata da 135 euro a famiglia"

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Aumento Iva, allarme Confcommercio:

ROMA - Se il Governo non riuscirà a scongiurarne l'aumento, dal 1 luglio l'aliquota Iva del 21% salirà al 22%. E Confcommercio e Cgia lanciano l'allarme. Per le famiglie si prevede una stangata da 135 euro l'anno. Un importo, spiega il direttore dell'ufficio studi della Confcommercio Mariano Bella, che sarebbe devoluto dalle famiglie all'incremento della spesa, visto che l'alquota impatta sul 70% dei consumi totali. Si tratterebbe, per il solo 2013, dal luglio a dicembre, di 70 euro in più che "contribuirebbero a deprimere i consumi".

Gli aggravi di imposta sui portafogli delle famiglie italiane saranno pesantissimi, aggiunge la Cgia: 2,1 miliardi di euro nel 2013, ben 4,2 miliardi nel 2014. Ipotizzando che i comportamenti di consumo delle famiglie italiane rimangano immutati, l'associaizone degli artigiani stima che per un nucleo costituito da 3 persone l'aggravio medio annuo sara' di 88 euro.

Nel caso di una famiglia di 4 componenti, l'incremento medio annuo sara' invece di 103 euro. Visto che per il 2013 l'aumento dell'Iva interessera' solo il secondo semestre, per l'anno in corso gli aumenti di spesa saranno la meta': 44 euro per la famiglia da 3 persone; 51,5 euro per quella da 4.

Quali saranno i principali beni e servizi a rincarare? Vino e birra tra le bevande; carburanti, riparazioni auto, abbigliamento, calzature, mobili, elettrodomestici, giocattoli e computer tra i non alimentari. Insomma, dal prossimo 1 luglio le famiglie dovranno pagare questi prodotti di piu' a seguito dell'incremento dell'aliquota Iva ordinaria dal 21 al 22%, cosi' come stabilito dal Governo Monti.

"Bisogna assolutamente scongiurare questo aumento -sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia-.Se il Governo Letta non lo fara', corriamo il serio pericolo di far crollare definitivamente i consumi che ormai sono ridotti al lumicino con gravi ripercussioni economiche non solo sulle famiglie, ma anche su artigiani e commercianti che vivono quasi esclusivamente della domanda interna''.

''Rispetto al 2011 -prosegue Bortolussi- la riduzione della spesa per consumi delle famiglie italiane e' stata del 4,3%, una variazione negativa molto superiore a quella registrata nel biennio 2008-2009, quando, al culmine della recessione, i consumi avevano segnato una caduta tendenziale del 2,6%.

I rincari che peseranno di piu' sui portafogli delle famiglie italiane si verificheranno quando ci recheremo a fare il pieno alla nostra auto o saremo costretti a portarla dal meccanico o dal carrozziere (33 euro all'anno per una famiglia di tre persone, 39 euro se il nucleo e' composto da 4 persone), per l'acquisto dei capi di abbigliamento e per le calzature (18 euro all'anno per una famiglia di 3 persone, 20 euro se il nucleo e' da 4) e per l'acquisto di mobili, elettrodomestici o articoli per la casa (13 e 17 euro).La Cgia ricorda che il passaggio dal 21% al 22% dell'aliquota Iva ordinaria non incidera' sulla spesa dei beni di prima necessita', come gli alimentari, la sanita', l'istruzione, l'abitazione ecc., tutti beni ai quali si applica l'Iva al 10% o al 4%, o non si applica affatto.

(Adnkronos/Ign)

 



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