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29 marzo 2024

Treviso

Aumenta in Veneto il numero dei "negazionisti...asintomatici"

Molti, scambiando il giallo con il verde, stanno sottovalutando il rischio di contagio della seconda ondata. Per il sociologo Vittorio Filippi "è sbagliato pensare che tocchi sempre agli altri"

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Aumenta in Veneto il numero dei

TREVISO - Erano “appena” in 120 l’altra sera a ballare al “Los Zapatas” in Viale della Repubblica a Treviso. Avranno probabilmente scambiato il giallo per il verde. A sigillare porte e finestre, dopo averli fatti evacuare, ci hanno pensato le forze dell’ordine. Cos’è che precisamente non si è capito e si stenta ancora a comprendere dei divieti previsti da Dpcm e ordinanze regionali? Rimane a tuttora un mistero. Ieri l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, l’ha detto senza perifrasi che in Regione sono preoccupati perché i veneti, viceversa, non lo sono - o almeno non come dovrebbero - di questa seconda ondata di contagi. Sarà forse per effetto della “reiterazione cromatica”, della quale però (dati di contagi e decessi alla mano) non c’è da rallegrarsi più di tanto. Sta di fatto che in Veneto si sta aggirando un numero crescente di “negazionisti asintomatici”. Che altrimenti certi comportamenti irresponsabili non trovano non soltanto giustificazione ma nemmeno spiegazione. Ci siamo rivolti al sociologo, per avere lumi.

Vittorio Filippi, è contemplato in letteratura (sociologica) questo fenomeno?
Sì, lo è. La psicologia delle masse è altra cosa rispetto alla psicologia dei singoli.

In altre parole?
Se chiedessimo ai veneti, presi singolarmente, che cosa pensano dei rischi di contagio e del numero di decessi riceveremmo una risposta improntata a una sorta di timore razionale.

Il problema è quando stanno insieme agli altri…
E qui subentra la logica opposta, che scatta per “stanchezza psicologica”: si frequentano luoghi pubblici dimenticandosi in molti casi di norme di distanziamento e magari anche di dispositivi di protezione.

Quando invece stare a debita distanza è l’unica cosa che possiamo e dobbiamo fare
Stare distaccati è l’unico vaccino

Perché è così difficile da capire?
Perché abbiamo costruito tutta una società sui luoghi collettivi: centri storici, trasporti pubblici, centri commerciali. E poi perché è una esperienza inedita quella che stiamo vivendo.

C’è stata la “spagnola”
Sì ma chi è sopravvissuto a quella epidemia oggi comunque non è più tra noi.

Su che cosa si dovrebbe fare leva?
Sulla percezione del rischio, indubbiamente. Molti cadono nel tranello di pensare che tocchi sempre agli altri, agli anziani ad esempio. Ma è così meramente a livello probabilistico.

Non è che il “giallo” sia stato leggermente frainteso in Veneto?
Il colore rappresenta la severità o la serietà delle misure come della situazione. Sono i comportamenti però che danno l'anima al colore.

 


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Roberto Grigoletto

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