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19 aprile 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

AUGURI ANDREA (ZANZOTTO)!

Il poeta di Pieve di Soligo compie 88 anni

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

AUGURI ANDREA (ZANZOTTO)!

Andrea Zanzotto oggi compie 88 anni. Domani, a Solighetto, incontrerà gli amici per una bicchierata organizzata dalla moglie Marisa e mercoledì, in tutte le librerie italiane, incontrerà i suoi lettori, attraverso l'ultimo libro di poesie: "Conglomerati". Una raccolta dei versi scritti negli ultimi sette anni che uscirà nella collana Gli specchi, Mondadori.

Andrea Zanzotto, l’88 è un numero simpatico, impegnativo, o tendente all’infinito (se lo leggiamo inclinando la testa di 45 gradi)?

E’ un numero che non ha nessun significato, salvo che ci sono arrivato senza accorgermene, ma con problemi di salute contingenti e forze ridotte. Non è un numero che sorprende, è piuttosto la variabilità del tempo, connessa alla mutazione climatica che dovrebbe suscitare qualche reazione. Invece a questa variabilità siamo purtroppo diventati indifferenti.

Torniamo al compleanno: quali sono stati – finora, ovvio – i migliori anni della sua vita?

Quelli al centro dell’esistenza. Ho vissuto una brutta gioventù, a causa del fascismo, della guerra, dell’emigrazione che mi ha portato in Svizzera (anche se quest’esperienza, alla fine, è stata utile)...Gli anni migliori sono iniziati quando, dopo aver conseguito l’abilitazione all’insegnamento in tutte le discipline umanistiche, ho iniziato a insegnare alla scuola media; quando ho avuto l’incontro (travagliato, all’inizio) con Marisa che poi sarebbe diventata la mia futura moglie, quando ho messo su casa, come ho raccontato in Premesse all’abitazione, quando ho vinto il premio Viareggio con Il Galateo in Bosco. Gli anni successivi a questi eventi sono stati positivi: le mie pubblicazioni hanno iniziato a circolare per diversi paesi del mondo e io stesso ho viaggiato molto, incontrando personaggi di grande levatura. Purtroppo non sono mai stato in America, ma in Inghilterra ho partecipato a diversi eventi culturali: da autodidatta avevo imparato l’inglese (lingua che Zanzotto padroneggia accanto al francese, allo spagnolo e al tedesco) comperandomi, a 15 anni, con i miei risparmi, la grammatica di Serafino Riva. Durante gli anni centrali della mia vita ho avuto anche degli accessi di depressione, dovuti a motivi mediocri probabilmente, che però mi sono serviti a entrare in contatto con il mondo della psicanalisi.

E poi?

Poi, a 80 anni, mi è capitato l’imprevisto. Sono caduto, in casa. E questo evento mi ha costretto a una riabilitazione perpetua. Che continua tuttora.

Nel Dialogo leopardiano tra un venditore di almanacchi e un passeggere, la domanda principale è: “Non vi piacerebb’egli che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?” Nel suo caso, il prossimo anno (di vita) vorrebbe fosse come qualcuno di quelli passati?

Il “prossimo anno”, alla mia età, è un’espressione che non vuol dire nulla. Credo che questa sia una domanda che non ci dobbiamo porre.

Niente paura. Il refrain di una canzone di Ligabue, un noto cantautore italiano, ha come motivo-base questo imperativo: “Niente paura”. Lei ha delle paure?

La paura è una malattia. E come tale va curata. L’unica paura che io ho è quella di scivolare di nuovo. Di cadere: per questo preferisco farmi accompagnare o sostenermi con un bastone.

Un desiderio da esprimere?

Ho due figli di cui andare fiero, una moglie che mi è tuttora di grande aiuto, un nuovo libro in uscita…Non ho desideri da soddisfare: credo di avere sempre qualche idea piuttosto, qualche idea poetica.

Ed è meglio avere un’idea che un desiderio?

Sì.

 


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Emanuela Da Ros

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