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28 marzo 2024

Lavoro

Assenteismo: cos'è e come rilevarlo attraverso indagini aziendali

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Assenteismo: cos'è e come rilevarlo attraverso indagini aziendali

L’assenteismo è un fenomeno piuttosto diffuso nel mondo del lavoro (sia nel settore pubblico, sia in quello privato) e rappresenta un malcostume che può ledere la capacità produttiva e l’organizzazione interna di un’azienda. Per questo, il datore di lavoro ha nel proprio interesse l’accertamento della correttezza dei dipendenti, verificando, in particolare, se i motivi di una o più assenze sono fondati oppure no.

 

Quando si può parlare di assenteismo

 

Un lavoratore dipendente può assentarsi dal luogo di lavoro, purché dimostri che vi sia un valido motivo che gli impedisca di raggiungere la sede lavorativa. Va però sottolineato come esista un limite alla possibilità da parte del dipendente di assentarsi; tale limite è rappresentato dal cosiddetto ‘periodo di comporto‘, ovvero un numero massimo di ore o di giorni in cui il lavoratore può assentarsi.

 

Il comporto può essere ‘a secco’ (se le assenze sono continuative) oppure ‘per sommatoria’, se le ore di assenza vengono cumulate in maniera discontinua. Se il dipendente supera il periodo di comporto, scatta il licenziamento (salvo alcuni casi di specie).

 

L’assenteismo, invece, consiste nel disertare il luogo di lavoro senza alcun valido motivo, oppure adducendo una falsa motivazione. Questo tipo di condotta è scorretta, in quanto va contro l’obbligo di fedeltà del lavoratore nei confronti del datore di lavoro, previsto dall’articolo 2105 del Codice Civile.

 

Le varie forme di assenteismo

 

Spesso una condotta assenteista è dovuta ad una o più cause. Talvolta, la collocazione dei giorni di assenza tradisce una natura ‘strategica’ (in tal caso si può parlare di ‘assenteismo tattico‘): il dipendente sceglie i giorni in cui assentarsi, magari per prolungare (o anticipare) il fine settimana oppure per evitare i turni di lavoro più faticosi.

 

Un altro strumento nelle mani del dipendente assenteista è rappresentato dai permessi retribuiti. Questo tipo di agevolazione è volto a consentire al lavoratore di svolgere attività specifiche; nel caso dei permessi previsti dalla Legge 104, ad esempio, il beneficiario delle ore di permesso ne può usufruire (per un totale di tre giorni al mese), ma solo per dedicarsi ad assistere un congiunto od un familiare (fino al terzo di parentela). La giurisprudenza in materia ha ‘ammorbidito’ la norma, per cui l’assistenza non deve essere esclusiva e continuativa, lasciando margine anche ad attività squisitamente personali.

 

Stesso discorso per quanto concerne i permessi sindacali. Anch’essi sono retribuiti ma sono concepiti per permettere al lavoratore che ne fa uso di prendere parte ad iniziative ed eventi legati direttamente all’attività sindacale. Più di rado, dietro l’assenteismo può celarsi lo svolgimento di un secondo lavoro (possibile solo per alcune categorie di lavoratori e di impiego).

 

Come indagare su un dipendente assenteista

 

Il titolare di un’azienda che sospetti di un proprio dipendente, può rivolgersi ad un’agenzia di investigazioni privata per commissionare indagini apposite. Questo perché, in caso di licenziamento e successivo procedimento giudiziario, il datore di lavoro ha il cosiddetto ‘onere di colpa’, ovvero è chiamato a produrre dati che testimonino la condotta assenteista del lavoratore licenziato.

 

Per tanto, il licenziamento per assenteismo con Inside Agency, una delle tante agenzie presenti sul territorio nazionale specializzate in indagini aziendali, è possibile. Prima di formalizzare il provvedimento disciplinare – ossia l’interruzione del rapporto di lavoro – vanno effettuate le indagini del caso: gli agenti, una volta acquisiti gli estremi di identificazione, mettono in atto tecniche di supervisione passiva (appostamento) e attiva (pedinamento), così da ricostruire le attività e gli spostamenti del soggetto indagato. In aggiunta, qualora il dipendente svolga una seconda attività lavorativa durante le ore di assenza, gli agenti possono rintracciare le altre fonti di reddito così come, in caso di prognosi prolungata per malattia o infortunio, accertare che il dipendente goda di buona salute (oppure non faccia quanto necessario per favorire o completare la guarigione).

 



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