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19 marzo 2024

Treviso

Pensionati truffati da sedicenti Asl per la prenotazione dei vaccini

L'allarme lanciato dal Codacons. Claudia De Marco della Ferderconsumatori della Cgil di Treviso raccomanda: "Mai fornire al telefono dati personali e coordinate bancarie"

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Anziani truffati

TREVISO -Truffatori si fingono l’azienda sanitaria per ottenere denaro. Diffidate anche da chi dice di essere un ente conosciuto e non esitate a chiederci aiuto, saremo pronti ad aiutarvi nel risolvere questa problematica”. L’allarme lo ha lanciato per primo il Codacons (il comitato a difesa dei consumatori della Lombardia). In tempo di pandemia le truffe si propagano, a macchia d’olio. Vittime, al solito, gli anziani. Ingannati da truffatori che si insinuano anche nell’iter - non sempre semplice quando non inaccessibile- di prenotazione dei vaccini. Ma non solo. Ricevere una telefonata da un non imprecisato ufficio dell’Asl, di questi tempi, sortisce un certo effetto.

È capitato venerdì scorso a una anziana di Treviso, chiamata dalla sedicente Asl al fisso di casa per il promemoria di una visita alla quale avrebbe dovuto sottoporsi - a detta di chi stava all’altro capo del filo - proprio questa mattina. Stupore sulle prime da parte della donna; anche imbarazzo per “essersi scordata”. Poi il sospetto, “quando mi hanno raccomandato di andare insieme a mio marito”. Deceduto però sette anni fa. Claudia De Marco guida la Ferderconsumatori della Cgil di Treviso. “Ai nostri sportelli non abbiamo ricevuto segnalazioni ma non escludo che fatti del genere accadano in questo periodo e che abbiano per protagonisti gli anziani soprattutto. L’isolamento a cui sono costretti è una condizione della quale I truffatori approfittano perché mancano di una rete di protezione. Prima al telefono potevano parlare figli, nipoti o altri parenti e quindi smascherare l’inganno; ora è tutto più difficile”.

Vero è che l’Asl è in possesso di numeri specifici e quindi le chiamate che ricevono dall’azienda sanitaria dovrebbero considerarsi autentiche. “Il problema è che i truffatori riescono a spacciarsi bene per altri. La raccomandazione è sempre la stessa ma non ci stancheremo di ripeterla: mai fornire al telefono, ma nemmeno porta a porta, dati riservati, a cominciare dalle coordinate bancarie. L’obiettivo è infatti quello di impossessarsi delle identità per spillare soldi. Aziende e società sono già in possesso di tutti i dati di cui hanno bisogno”. Insomma chi li richiede è perché non li ha. Importantissimo poi - conclude Claudia De Marco - segnalare episodi del genere alle autorità competenti, dall’Asl alle forze dell’ordine.

 


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Roberto Grigoletto

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