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29 marzo 2024

Castelfranco

Antonia Raselli, "La Toni", se n'è andata in punta di piedi

Figlia di Mercedes Bolasco Piccinelli e Giacomo Raselli, Antonia era una donna forte e determinata. A lei, Giancarlo Saran, dedicò il libro "La Toni"

| Maria Elena Tonin |

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| Maria Elena Tonin |

Antonia Raselli,

ASOLO - Nessun funerale o commemorazione funebre, non è noto nemmeno il giorno di sepoltura: Antonia Raselli, per tutti la Toni, donna profondamente laica, avrebbe voluto che anche la sua morte passasse inosservata e che la notizia del decesso fosse nota solo dopo un mese. Ma forse, questo era davvero troppo per il piccolo borgo di Asolo, dove lei ha passato gli ultimi vent'anni della sua vita e dove la storia della sua famiglia è intimamente connessa alle vicende pubbliche del paese.

Figlia di Mercedes Bolasco Piccinelli e Giacomo Raselli, Presidente della Congregazione di Carità che nel 1913 diede vita all'ospedale dei Battuti di Asoli e potestà, sempre ad Asolo, dal 1923 al 1940, oltre che nipote di Antonio Raselli, sindaco di Asolo dal 1899 al 1904. Il suo archivio fotografico custodisce la memoria asolana del secolo scorso: si va dall'inaugurazione della scuola elementare di Asolo alla presenza del Principe di Piemonte a cui deve il nome e Andrea Longhin, all'ospedale di Asolo, dal Teatro, che visse uno dei suoi periodi più radiosi, alla terrazza che si affaccia in piazzetta Duse. Nel suo archivio, molte foto del funerale della Duse e le foto che nel 2013 diedero vita alla mostra "Asolo cent'anni fa".

Rimangono nella memoria asolana collettiva, anche fatti più "leggeri" come la vincita della Toni alla lotteria nazionale Win For life o la petizione contro la chiusura del locale ufficio postale o la pratica dello sport fino a tarda età. Il nome Raselli è indiscutibilmente legato al periodo fascista e al latifondismo: per la società asolana, si consumò un passaggio storico, quando con il rovesciamento delle fortune delle famiglie nobili, molti terreni vennero finalmente acquistati da chi fino ad allora li aveva solo coltivati, creando una nuova classe sociale che avrebbe trasformato il paese, partecipando alla vita pubblica.

"La famiglia Raselli" ricorda Franca Franceschini "è sempre stata ricordata come 'gente sapeva risolvere i problemi': è sbagliato, a mio avviso, vedere le cose o bianche o nere. Asolo era, all'epoca, molto povera e la famiglia ha aiutato molte persone. La Toni era conosciuta da tutti e anche se la sua famiglia apparteneva chiaramente al fascismo, illuminò questo territorio. Culturalmente e socialmente, per Asolo, la famiglia Raselli è stata un'occasione per elevarsi: il teatro apriva la stagione con le opere inedite di D'annunzio e un cartellone di altissimo profilo, le feste di beneficenza, le cacce al tesoro e persino le gincane erano eventi unici, organizzati come si deve, a cui partecipavano tutti e tutti donavano. Era importante non solo 'fare' le cose ma 'come farle': i Raselli sono state 3 generazioni che hanno lavorato per il paese e hanno dato decoro ad Asolo: avevano una visione, oggi questo non c'è più."

Una donna dalla volontà di ferro: "Una persona determinata e caparbia, avevo parlato con lei mercoledì scorso (Antonia è deceduta nella notte tra giovedì e venerdì, n.d.r.)" racconta Franco Dalla Rosa, vicesindaco di Asolo "conosceva bene i vini: amava il vino rosso e riteneva che i suoi terreni fossero indicati specificatamente per alcune varietà di Merlot e con questa specifica aveva donato alcuni suoi campi alla nipote. Attenta ed interessata alla vita politica del paese, mi parlava spesso dei problemi che vedeva presenti nel territorio. Aveva una memoria storica invidiabile, sempre molto lucida nonostante gli anni e una vicenda e posizione di famiglia molto importante, storicamente e socialmente, per Asolo."

FOTO - immagini pubblicate nella pagina Facebook di Giancarlo Saran, autore del libro "La Toni"

 

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Maria Elena Tonin

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