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18 aprile 2024

Treviso

Antenna Tre, mancano i soldi per gli stipendi di settembre

Oggi il giudice deciderà sul futuro dell'emittente

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Antenna Tre, mancano i soldi per gli stipendi di settembre

SAN BIAGIO - Oggi il tribunale fallimentare è chiamato a decidere quale sarà il futuro dell’emittente Antenna Tre. L’ipotesi di sentenza verso il quale si sta andando è quella del “fallimento di continuità di esercizio” alla luce dell’offerta di acquisto presentata dall’editore di Rete Veneta Filippo Jannacopulos, con l’apertura di una nuova procedura per il passaggio di proprietà.

Intanto per i 54 dipendenti è arrivata l’ennesima doccia fredda. “Nell’incontro con i sindacati - spiega in una nota il sindacato giornalisti del Veneto e sindacato lavoratori comunicazione Cgil Treviso - commissario giudiziale e i rappresentanti dell’azienda hanno comunicato che in cassa ci sono solo i soldi sufficienti per pagare metà del mese di settembre”.

L’annuncio è arrivato mercoledì e l’assemblea dei lavoratori, convocata nella stessa serata, si è svolta in un comprensibile clima di tensione, disorientamento e crescente preoccupazione. Ad appesantire l’atmosfera e ad alimentare lo sconforto, anche l’apprendere che l’iter della procedura per definire la cessione di ramo d’azienda, se non ci sono intoppi, si concluderà ai primi di dicembre. “E gli stipendi di ottobre e di novembre, chi li pagherà? - chiede il sindacato - Da un lato si continua a chiedere ai dipendenti di garantire la continuità aziendale, al fine di scongiurare la morte della storica emittente, dall’altra si pretende che ogni santo giorno gli stessi dipendenti lavorino senza la certezza di venir pagati”.

“Una cosa è certa – dichiarano i sindacati – non si possono più imporre sacrifici di questo tipo ai dipendenti, già sfibrati fisicamente psicologicamente da carichi di lavoro pesantissimi, sempre nell’incertezza sul futuro prossimo e che, vale la pena di ricordare, devono ancora riscuotere ben sei mensilità".

"Possibile che non si possano accorciare i tempi e trovare, nel rispetto della legge, una soluzione più rapida?”. Una domanda che i sindacati rivolgono anche al giudice del Tribunale fallimentare che oggi è chiamato a pronunciarsi al termine dell’udienza che vedrà in aula il pubblico ministero titolare del procedimento e l’azienda.

 


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