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23 aprile 2024

Conegliano

Annabelle e Isabelle. E il grazie al dottor De Coppi

Il medico di Santa Lucia ha diretto con successo a Londra una complessa operazione chirurgica su gemelli siamesi

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Annabelle e Isabelle. E il grazie al dottor De Coppi

CONEGLIANO - Medico, chirurgo e ricercatore. Nel 2007, insieme ad altri colleghi, ha scoperto che si possono estrarre cellule staminali anche dal liquido amniotico. Di recente, il dottor Paolo De Coppi, 50 anni, originario di Santa Lucia di Piave, è balzato alle cronache internazionali per l’importante e delicato intervento chirurgico che ha permesso, anche con il supporto – per la prima volta al mondo - della realtà virtuale, di separare le due gemelline Annabelle e Isabelle, nate con l’addome unito, assicurando alle piccole di poter vivere il loro primo Natale in serenità con i genitori e una vita normale al pari di quella di tanti altri bambini. Si è trattato di un lungo intervento, durato 18 ore e che ha coinvolto un team medico-infermieristico composto da una trentina di persone, al termine del quale, con successo, le due gemelline sono state separate, potendo infine rientrare, pochi giorni prima di Natale, nella loro casa nell’Irlanda del Nord con mamma Hannah e papà Dan.

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Il dottor De Coppi, chirurgo pediatrico laureato a Padova, da anni vive in Gran Bretagna dove dirige il reparto di chirurgia del Gosh di Londra – il Great Ormond Street Hospital for Children, uno dei principali ospedali pediatrici al mondo –, di cui è anche primario di chirurgia pediatrica e neonatale. Questo ospedale è conosciuto internazionalmente per la sua specializzazione in interventi chirurgici di separazione di gemelli siamesi. Per l’equipe del dottor De Coppi non si è trattata, infatti, della prima operazione di questo tipo, ma per la prima volta la realtà virtuale – grazie ad una ingegnera padovana, Silvia Schievano, pure da anni a Londra – ha permesso al team medico-infermieristico di vivere, prima di entrare in sala operatoria, passo dopo passo l’intervento chirurgico di separazione delle due bimbe, affrontando e studiando eventuali criticità.

«Per la prima volta – racconta il dottor Paolo De Coppi – la realtà virtuale è stata utilizzata per un’operazione su gemelli siamesi, permettendoci di ricostruire gli organi tramite il computer e di “navigare” le gemelline prima di operarle. E questo grazie ad un’altra veneta, Silvia Schievano, che ha disegnato appositamente per questo intervento un programma che ci ha permesso di separare le due piccole in sicurezza, perché prima abbiamo avuto modo di capire, grazie alla realtà virtuale, quelle che potevano essere le situazioni più complicate da superare nel corso della lunga operazione». All’operazione, eseguita il 19 settembre giorno del funerale della regina Elisabetta II, il team è dunque arrivato preparato per affrontare il lungo e delicato intervento.

Da quando il Gosh si occupa di interventi di separazione di gemelli siamesi sono state separate 27 coppie, di cui sei dall’equipe del dottor De Coppi. «E tutte e sei le operazioni che ho fatto sono andate bene. Però non sempre – spiega il medico – è possibile separare i gemelli siamesi. Abbiamo avuto dei casi in cui i bambini non avevano due cuori che funzionano bene e uno dei due non sarebbe sopravvissuto all’operazione. In questi casi non si separano». Ogni operazione racchiude tante emozioni. «Ci sono emozioni diverse nelle varie fasi di preparazione e dell’operazione. C’è la tensione prima dell’operazione, perché tutto sia stato programmato nel migliore dei modi. C’è tanta emozione nel parlare con i genitori prima dell’operazione – testimonia il professore -. E poi l’adrenalina durante l’intervento, che è importante per mantenere sempre alta l’attenzione. Gioia quando si è consapevoli che i momenti più difficili sono passati». Gioia che l’equipe ha vissuto quando Annabelle e Isabelle sono state separate e adagiate in due lettini distinti per ultimare l’intervento. «Le piccole sono nate a marzo a Londra, ma già quando erano nell’utero della mamma ci è stato riferito che erano unite – ricorda il medico -. La gravidanza pertanto è stata tenuta sotto controllo. E una volta nate, abbiamo atteso alcuni mesi per l’intervento», a cui sono poi seguite una ventina di ulteriori operazioni, tutte andate a buon fine, sulle due bimbe che alla nascita condividevano vari organi addominali, ora divisi.

Per il dottor De Coppi le sfide mediche non si fermano. Le sue ricerche continuano nel campo delle cellule staminali, con l’obiettivo di poterle utilizzare per ricostruire organi e tessuti per quei bambini a cui è viene diagnosticata una malformazione prima della nascita.

Claudia Borsoi

 



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