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29 marzo 2024

Oderzo Motta

Anfore romane e non solo nel cantiere di Oderzo: restauro in arrivo

Indagini successive al ritrovamento di alcune anfore nello scavo avevano rivelato anche un piccolo nucleo di tombe a cremazione

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anfore

ODERZO - È attesa nelle prossime settimane la conclusione del restauro dei reperti d’epoca romana rinvenuti lo scorso giugno dai tecnici di Piave Servizi, impegnati nei lavori di allacciatura fognaria di via Girardini e Tonello, a Oderzo.

Indagini successive al ritrovamento di alcune anfore nel cantiere, supervisionate dalla Soprintendenza e condotte sul campo dall’archeologa Claudia Pizzinato, avevano rivelato anche un piccolo nucleo di tombe a cremazione, parte di un'area funeraria più estesa, la prima individuata a nord-est della città antica.

I reperti risulterebbero databili tra la fine del I° secolo avanti Cristo e la metà del I° secolo dopo Cristo, in linea con analoghi rinvenimenti nel perimetro cittadino.
“Conclusa la prima indagine, dopo la quale sono state recuperate una decina di anfore per consentire la posa della condotta fognaria, abbiamo proseguito lo scavo e continuato le ricerche – ripercorre Maria Cristina Vallicelli, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso – Di particolare interesse è il recupero di tre sepolture deposte su grandi tegole, protette da anfore tagliate all'altezza della spalla, con corredi semplici composti da pochi oggetti: le olle in ceramica che contenevano le ossa cremate del defunto, alcune monete in bronzo, piccoli balsamari in vetro e due piccoli recipienti di terracotta con coperchio”.

Gli scavi iniziali a margine della strada avevano messo parzialmente in luce un vespaio di anfore capovolte, disposte su più filari affiancati e sovrapposti; un sistema di bonifica per il consolidamento del terreno e il controllo della risalita dell’acqua di falda diffusamente utilizzato dai romani in area padana e di cui a Oderzo sono già conosciute numerose attestazioni dai settori occidentali e sud-orientali della necropoli e dall’area dell’approdo sul Navisego Vecchio. A stupire, piuttosto, è stato il loro ritrovamento a nord-est dell’antica Opitergium, un’assoluta novità che fornisce un nuovo elemento topografico sul suburbio opitergino.
Le delicate operazioni di recupero dei manufatti non hanno comunque ostacolato il corretto svolgimento del cantiere di allacciatura fognaria della zona, che si è concluso nei tempi stabiliti. Merito di un’esemplare collaborazione tra i soggetti coinvolti nelle diverse operazioni, in primis Piave Servizi, Soprintendenza e Comune di Oderzo.
“Siamo soddisfatti e orgogliosi delle sinergie che si sono create affinché entrambi i lavori, il nostro e quello di scavo archeologico, potessero procedere senza intoppi - commenta il presidente di Piave Servizi, Alessandro Bonet – Non ci resta che attendere, nelle prossime settimane, la conclusione del restauro autorizzato dalla Soprintendenza, per restituire alla comunità un pezzo importante della sua storia”.  OT

 


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