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18 aprile 2024

Conegliano

"ANDARE PARTIGIANI NON FU UNA SCELTA SEMPLICE"

Il comandante Rolando ai bambini di Bagnolo

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San Pietro di Feletto - Cos’è stata la Resistenza e il significato della Festa della Liberazione, gli alunni delle classi IV e V della scuola primaria “Papa Luciani” di Bagnolo e della I A della media “Brustolon” lo hanno appreso dalla viva voce del coneglianese Nino De Marchi (in foto), comandante delle brigate partigiane Bixio, Cacciatori delle Alpi e Fratelli Bandiera attive in Cansiglio nel ’44 e ’45, da Anna Granzotto, staffetta partigiana di Susegana, e da Giuseppe Collodel, di San Pietro di Feletto, testimone degli anni di guerra nel suo paese.

Il comandante Rolando, nome di battaglia di De Marchi, classe 1920, ha spiegato le ragioni che spinsero lui, un ufficiale dell’Artiglieria Alpina di 23 anni, a non arruolarsi nell’esercito tedesco, dopo l’8 settembre del ’43, e a scegliere poi la lotta partigiana.

"Andare a fare i partigiani non fu una scelta semplice – ci ha tenuto a precisare -, fu invece un problema grosso per noi e per le nostre famiglie. La Resistenza è stata una guerra di Liberazione, non una guerra civile, perché il nostro obiettivo era mandare via i nazisti dall’Italia. Ci sono stati degli errori, come in tutte le guerre, ma abbiamo combattuto per dare al nostro Paese la libertà e il nostro apporto alla Liberazione è stato ampiamente riconosciuto dalle Forze Alleate".

"Bambini, ricordatevi sempre di essere solidali" è stato invece il messaggio che ha voluto lasciare agli alunni Anna Granzotto, allora diciassettenne e impegnata con la famiglia a nascondere i partigiani, pur sapendo di rischiare la vita.

Il percorso che le scuole hanno intrapreso per far conoscere agli alunni questo periodo storico e i suoi protagonisti continuerà il 4 e il 14 maggio con due visite guidate sui luoghi della Resistenza, in Cansiglio e nel Felettano.

Il 14 maggio, guidati dell’assessore alla Pubblica Istruzione Giorgio Comuzzu, visiteranno anche il fienile dove furono trucidati dai fascisti i fratelli Agosti, di Mareno di Piave, e due ragazzi di Vittorio Veneto loro amici (l’eccidio è stato rievocato dal Collodel).

 

 



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