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18 aprile 2024

Castelfranco

Anche i preti contro la cartiera

“L’Osservatorio” si schiera con i contrari al progetto

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

CASTELFRANCO – Adesso anche “L’Osservatorio”, gruppo di Castelfranco di laici e preti invitato dal Vicariato ad osservare fatti e problemi del territorio, manifesta la sua contrarietà al progetto della cartiera fornendo un assist al comitato “No Ecomostro”.

 

Un volantino distribuito a 1.500 famiglie e alla Parrocchie della Pieve e del Duomo spiega i motivi del “no”.

 

«A tutti  sono noti gli obblighi e le strette di bilancio a cui sono sottoposti gli enti locali, ma non è accettabile che in situazioni di emergenza siano sempre modificati gli strumenti urbanistici, le destinazioni d'uso e le relative volumetrie, edulcorate (sembra) dalla garanzia di qualche posto di lavoro – recita il volantino - Ma è proprio l'emergenza, usata quale dispositivo, a creare un  problema che rappresenta la rottura di un “patto” tra l'amministrazione e i suoi cittadini, stabilito dagli strumenti urbanistici. Castelfranco ha speso recentemente tante energie istituzionali e di cittadinanza per costruire le sue politiche del territorio, ha adottato un Pat, ha un Prg, che pur non sembrando particolarmente lungimiranti, sono un vincolo che le varie amministrazioni nei loro percorsi politici hanno istituito con la cittadinanza, attraverso i canali istituzionali e non (lotte politiche, le osservazioni ai piani, discussioni).

 

Gli strumenti stessi sono il risultato di un'attenta valutazione tecnica e procedurale, sono stati carenti in passato di un'ampia partecipazione della cittadinanza, ma essi formalizzano  un patto di uso del territorio. Ora, questo patto è costantemente rotto, da varianti e spostamenti di volumetrie per motivi prettamente contingenti».

 

Un modo di agire che secondo “L’Osservatorio” non ha futuro.

 

«La “monetizzazione del territorio” e le alienazioni di beni pubblici in passato erano spesso arginate dalle entrate che i comuni attingevano dagli oneri di urbanizzazione, ma la crisi dell'edilizia ora le sta riducendo – continua il volantino - Può sembrare una scelta dettata dalla contingenza, ma non ha prospettive di lungimiranza, né per le future finanze locali, né, a maggior ragione, per le politiche di qualità urbana».

 


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Matteo Ceron

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