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28 marzo 2024

Castelfranco

Al “don Chiavacci” focus su come salvare il pianeta

Relatori di alto profilo che hanno fatto riflettere su quanto sta accadendo nel mondo

| Maria Elena Tonin |

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| Maria Elena Tonin |

Al “don Chiavacci” focus su come salvare il pianeta

PIEVE DEL GRAPPA - A cinque anni dall'enciclica Laudati sì', le parole del papa rimangono inascoltate e terribilmente attuali. Covid "benedetto", questa la parola usata a più riprese, perché mette l'uomo di fronte alle sue responsabilità verso l'ambiente e che impone l'urgenza di agire. Ora. Il dialogo tra Leopoldo Sandonà, filosofo e docente e il fisico Luca Fiorani, insegnante in più università a Roma e da 20 anni ricercatore ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) che si è tenuto domenica al Centro Don Paolo Chiavacci di Pieve del Grappa, non ha risparmiato nessuno, madre chiesa compresa: un dialogo senza retorica tra ragione e scienza che pur con leggerezza e sempre con il sorriso sulle labbra, non ha mancato di essere incisivo.

A Fiorani il compito di "produrre" dati che sono inequivocabili: curve praticamente verticali che dimostrano come l'aumento del calore della terra sia esponenziale, si realizzi, cioè in poco tempo. Il "peso" dell'uomo, quello che in termine tecnico si chiama "impronta" non dà spazio ad interpretazione ed è pesante. "Dal 1979 al 2019, da quando abbiamo le immagini satellitari, possiamo guardare lo scioglimento dei ghiacci e l'innalzamento dei mari" ha sottolineato Fiorani "queste immagini ci dicono che il Mose non basterà a salvare Venezia. Raccontano la desertificazione di alcune parti del pianeta e parlano di migrazioni che non possono essere evitate."

 

 

Un racconto che diventa sociale: a pagare il peso più pesante saranno i poveri e ad agire deve essere la gente comune, attraverso gli stili di vita. "I potenti fanno poco: l'accordo di Parigi, ad esempio: non si è capito come verrà messo in pratica e in ogni caso è mutilato dal peso dell'uscita degli Stati Uniti,  uno dei paesi maggiormente responsabili dell'inquinamento del pianeta." continua Fiorani "Non è più possibile scindere l'economia dall'ecologia ed questo è il tempo di mostrare la potenza dei non potenti."

Non è fuori luogo parlare di queste cose in pandemia, gli ha fatto eco Sandonà. "L'emergenza sanitaria ha fatto emergere problemi che in realtà erano sottopelle" ha premesso il filosofo "affrontare i problemi dal punto di vista moralistico o volontaristico come oggi si fa, non porta da nessuna parte ma evidenzia un uomo solo, che non può salvare il mondo: bisogna percorrere strade già aperte, usare gli strumenti a disposizione e mettersi in relazione."

 

Si può tradire la realtà non solo voltandosi dall'altra parte, ma anche con le "ideologie" o non riconoscendo "gli schiaffoni" che ci dà. "Quando cerchiamo dalla realtà conferme a risposte che già sappiamo o quando il tutto, ovvero la "soluzione," inghiotte le parti, senza integrarle" continua il Sandonà "si crea una "cultura dello scarto" ovvero una società che amplia sempre di più lo spettro delle persone emarginate che non si riconoscono nel pensiero predominante. La vera rivoluzione" conclude il filosofo "è un dialogo che parte dalla vita e dall'esperienza per arrivare alla teoria per vivere in una comunità che non schiaccia." 

 

 

Ha moderato l'incontro, il giornalista Umberto Folena.  Prossimo appuntamento del ciclo di incontri dedicato all'enciclica Laudato si' giovedì 15 "Quello che sta accadendo alla nostra casa comune": dialogo tra Maria Rosa responsabile Arpav e Mario Mastromarino, rferente per l'Uls 2. Modera il giornalista Sergio Frigo. CFP Fondazione Opera Montegrappa di Fonte Alto, dalle 15.00 alle 17.00

 

 

Ricreare luoghi di dialogo all'interno della Chiesa e della società: "Il dialogo non è sincretismo o assorbimento, nè partire da un terreno condiviso. Diaologo è mantenere memoria delle diversità e una società sana conserva al suo interno la tensione, senza che essa diventi conflitto." 

 


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