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28 marzo 2024

Treviso

Agriturismi trevigiani fermi da mesi: “Ogni mese di stop costa al settore fino al 10% di fatturato”

Confagricoltura Treviso: "I per la riapertura sono troppo lunghi, serve ripartire con indicazioni chiare"

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Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi

TREVISO – “Le imprese agroalimentari hanno già perso il 30% del fatturato a causa del lockdown, e calcoliamo che ogni mese di inattività d’ora in avanti causerà perdite mensili ulteriori stimabili tra il 5% e il 10%: proprio per questo, consci che la ripresa sarà lenta, chiediamo che si arrivi quanto prima a definire gli aspetti tecnici e pragmatici di questa co-abitazione forzata, perché non ci possiamo permettere un nuovo stop”.

Con queste parole il presidente di Confagricoltura Treviso, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, commenta il nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, emanato nelle scorse ore dal Governo. “E’ sicuramente importante l’aver dato un orizzonte temporale più specifico per la ripresa delle attività, ma i tempi sono troppo lunghi e restano ancora troppi i punti oscuri che necessitano un chiarimento”.

“Un provvedimento che lascia ancora nell’incertezza comparti di grande importanza per l’agroindustria trevigiana, come ad esempio quello degli agriturismi - sottolinea il presidente di Confagricoltura Treviso - che negli ultimi anni anche grazie alla nomina delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene a patrimonio dell’umanità Unesco, ha visto grandi investimenti”. Proprio per la peculiare importanza del mondo dell’ospitalità e del turismo slow nell’economia provinciale e veneta, Confagricoltura Treviso è tra i protagonisti del tavolo tecnico regionale sul tema, finalizzato all’individuazione delle migliori condizioni per ripartire.

 “Ad oggi il mondo degli agriturismi è completamente fermo, in questi mesi abbiamo colto grande rassegnazione tra gli operatori e le diverse componenti economiche coinvolte”,spiega Fabio Curto, vicepresidente di Confagricoltura Treviso. “Ora tuttavia c’è grande voglia – e grande bisogno – di ripartire, ma per farlo è necessario che vengano date indicazioni più chiare. C’è stata una grande presa di coscienza da parte di proprietari e gestori delle strutture, con cui parliamo quotidianamente e che sono pronti a fare tutto il possibile per tornare in attività anche prima del 1° giugno, garantendo ad addetti, turisti e clienti il rispetto dei più alti standard di sicurezza in campo sanitario. Non possiamo però accettare che tutti i rischi e le responsabilità ricadano su di loro”.

 


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