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28 marzo 2024

Esteri

Afghanistan, i Talebani scrivono a Trump: "Basta guerra, Usa ponga fine a tragedia"

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Afghanistan, i Talebani scrivono a Trump:

Una lunga "lettera aperta" al presidente Usa Donald Trump è stata diffusa oggi dai Talebani dell'Afghanistan, che insistono sulla richiesta di ritiro delle forze della coalizione "passati 15 anni" dall'avvio delle operazioni americane nel 2001 all'epoca dell'Amministrazione di George W. Bush. "E' la guerra più lunga della vostra storia", incalzano i Talebani, che chiedono la "fine di questo conflitto" poiché "nel Paese, a livello regionale e internazionale c'è la consapevolezza che la guerra in Afghanistan non è nell'interesse di nessuno".

"Riteniamo sia vostra responsabilità liberare il nostro Paese dalle fiamme della guerra", affermano i Talebani che chiedono a Trump di "controllare questa guerra di occupazione avviata dal vostro Esercito". "Se le forze americane insisteranno nel continuare l'occupazione del nostro Paese - si legge nella "lettera aperta" pubblicata sul sito web del cosiddetto "Emirato Islamico dell'Afghanistan" - ovviamente la guerra sarà una necessità e allo stesso modo un diritto legittimo. Ma forse questa guerra inutile non è per voi una necessità. In questo caso è responsabilità dei funzionari americani, che hanno iniziato il conflitto, porre fine a questa tragedia".

Nel documento firmato dal portavoce Zabihullah Mujahid, vengono evidenziati sei punti descritti come "realtà e fatti concreti" che "vanno accettati" come una "medicina cattiva che si prende nel timore di veder peggiorare le proprie condizioni".

I Talebani, che già avevano chiesto a Trump di non seguire i passi di Barack Obama, ribadiscono che "sarebbe ingenuo pensare di poter costringere il nostro Paese ad accettare un'invasione". "La precedente Amministrazione ha cercato di dipingere la resistenza armata contro l'occupazione in Afghanistan come una semplice ribellione guidata da un gruppo di presunti 'terroristi' senza il sostegno del popolo. Tuttavia, dopo 15 anni - prosegue il documento - non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che questa guerra è un'insurrezione di tutte le comunità etniche dell'Afghanistan e non opera di un piccolo gruppo. La guida di questa insurrezione, in quanto organo di governo, è nelle mani dell'Emirato Islamico".

Nella missiva "l'Emirato Islamico" viene descritto come un "movimento popolare organizzato e ben radicato che ha un'agenda razionale e chiara per la sua guerra, la sua politica, la sua giusta causa" e che rappresenta "l'unico movimento tra le esistenti fazioni politiche in Afghanistan a godere del sostegno della popolazione". "L'Emirato Islamico" sostiene di "controllare più del 50% dell'Afghanistan, di avere influenza su un altro 30%" del territorio e di poter "minacciare in qualsiasi momento il potere del nemico instaurato dalle vostre truppe e il regime di Kabul nel restante 20%" del Paese.

I Talebani insistono sul fatto che "l'attuale regime" di Kabul, accusato di "corruzione", non potrà "mai rappresentare questa Nazione". Il movimento fondato dal mullah Omar chiede da anni il ritiro delle forze della coalizione dall'Afghanistan e ha escluso più volte la possibilità di colloqui di pace con il governo di Kabul fin quando non finirà "l'occupazione".

 



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