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29 marzo 2024

Treviso

Aeroporto di Treviso, esposto in Procura del Comitato: "Troppe carenze in tema di sicurezza"

Il comitato contro l'ampliamento chiede di valutare la sospensione del certificato

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Aeroporto Canova Treviso

TREVISO - Carenze in tema di sicurezza e di valutazione sull’impatto ambientale dell’aeroporto Canova di Treviso. Queste le motivazioni che hanno portato il Comitato contro l’ampliamento dello scalo trevigiano, che ha ufficialmente aperto il 1 giugno, a depositare un esposto in Procura chiedendo di valutare la sospensione del certificato.

“Non è la prima volta che segnaliamo le criticità dell’aeroporto Canova di Treviso”, spiegano “ ciò nonostante, invece di tenere in considerazione la preoccupazione di parte dei cittadini, il sindaco di Treviso Conte ribadisce il suo “no” al dialogo nei nostri confronti  millantando sospetti di strumentalizzazione politica, ma il nostro è solo buon senso e competenza”.

 Al centro dell’esposto la gestione del rischio “wildlifestrike nelle vicinanze degli aeroporti”, ovvero gli impatti con volatili ed altra fauna selvatica (wildlifestrike) che possono arrecare gravi danni agli aeromobili e agli apparati propulsivi, in modo particolare ai motori a getto.  Il comitato ricorda le linee guida dell’Enac dicono che la “programmazione territoriale e la gestione del territorio nelle vicinanze degli aeroporti può influenzare significativamente il pericolo legato al fenomeno segnalato”.

Inoltre “l’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea (EASA) indica in 13 km la distanza entro la quale il gestore è demandato ad implementare un piano di gestione del rischio dovuto alla fauna selvatica, mentre Enac cita i 13 km nelle informative tecniche relative alle discariche e alle fonti attrattive”. Nel documento presentato è stato ribadito in 13 km dalle piste dell’aeroporto la distanza massima entro la quale la realizzazione di opere, piantagioni o l’esercizio di attività che possono costituire richiamo per la fauna selvatica vanno monitorate e/o sottoposte a limitazione. 

 “Nonostante la rilevanza dell’argomento trattato - sottolinea il Comitato - sotto il duplice profilo dell’impatto ambientale e della sicurezza dei voli, ricadente sulla popolazione residente nei dintorni aeroportuali, si osserva che la materia sopra illustrata non risulta essere stata oggetto di adeguata analisi ed approfondimento nello Studio di Impatto ambientale relativo all’aeroporto di Treviso, studio che prevede un incremento dei limite massimo/anno a 22.500 voli ,rispetto al precedente limite di 16.300, senza elementi di ulteriore valutazione  di “risk assessment”/rischio terzi”.

Infine la Commissione VIA-VAS nell’esprimere i pareri di competenza non ha potuto rilevare la convergenza di numerose fonti attrattive di fauna selvatica nelle immediate vicinanze del sedime aeroportuale, ovvero: “Itticolture, il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, Sito Rete Natura 2000, specchi d’acqua, vegetazione boschiva, il Fiume Sile, il fitodepuratore a 150 metri dal sedime, attività di pesca sportiva, attività agricole”.

 Tutto questo ha portato il Comitato ad una doverosa segnalazione di sicurezza: “problematica che si ritiene non barattabile con nessun interesse di tipo economico”.

 


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