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19 aprile 2024

Treviso

Addio province? Scatta la protesta

Sit in dei dipendenti pubblici davanti alla sede Provincia di Treviso

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Addio province? Scatta la protesta

TREVISO - Questa mattina i lavoratori delle Province del Veneto si sono dati appuntamento davanti al Sant’Artemio per protestare contro i tagli dei posti di lavoro. Dal primo gennaio la riduzione a livello nazionale della spesa corrente per province e città metropolitane sarà di un miliardo di euro; per il 2016 ed il 2017 i tagli previsti dovranno essere rispettivamente di 2 e 3 miliardi. Una vera e propria scure che mette a rischio  circa mille posti di lavoro in Veneto. 

Una "condanna unanime" per un riordino degli enti locali "fatto con i piedi", che potrebbe non lasciare agli attuali presidenti di Provincia, in assenza di finanziamenti "alcuna alternativa alle dimissioni". E' quanto emerso nel corso del vertice convocato dal presidente dell'Unione delle Province (Upi) del Veneto, Leonardo Muraro, con i sette vertici degli enti provinciali, al quale hanno partecipato anche le rappresentanze sindacali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, in presidio con i dipendenti della Provincia.  “Caos normativo sulla ridistribuzione delle funzioni dell’Ente. Posti di lavoro e servizi al capolinea, non è questa la seria riforma della Pubblica amministrazione che chiediamo da anni. La Delrio sembra essere carta straccia alla luce dei tagli previsti nella Legge di Stabilità. Norme che non prendono in considerazione i protocolli d’intesa a garanzia dei servizi e sulla salvaguardia dei posti di lavoro, infischiandosene totalmente del destino dei dipendenti pubblici e dei bisogni dei cittadini”. Queste le secche parole dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Treviso, determinati nel condannare le decisioni prese dal Governo centrale relativamente ai trasferimenti alle autonomie locali e alla riorganizzazione delle funzioni a oggi della Provincia e che dal primo gennaio 2015 non si sa ancora a chi andranno in capo.

“Se c’è ancora la Politica nella Marca batta un colpo – incalzano i vertici dei Sindacati della Marca – dove sono i politici  quelli che erano per l’abolizione della Provincia e anche chi era contro? Nessuno oggi, oltre alle forze sindacali, difende, senza strumentalizzazioni ma entrando nel merito delle questioni aperte, i lavoratori del Sant Artemio”. “Da tempo i Sindacati chiedono insieme una riforma seria della Pubblica Amministrazione, coraggiosa e fatta di scelte importanti – aggiungono i segretari generali Vendrame, Lorenzon e Viel – che non ha nulla a che vedere con tagli lineari, blocco delle assunzioni e mancato rinnovo dei contratti. Ed è proprio dalla riorganizzazione delle funzioni della Provincia che si poteva avviare un percorso di messa in efficienza del sistema delle autonomie locali, e che guardasse anche all’aggregazione delle funzioni dei Comuni, destinando maggiori risorse, soprattutto umane, laddove gli enti locali sono in sofferenza e hanno la volontà di abbattere i costi di gestione. Ma anche altri sono i soggetti pubblici che oggi necessitano di aiuto in termine di forza lavoro – hanno sottolineato i segretari generali – e invece si mandano i lavoratori a casa e si lasciano scoperti i servizi sul territorio, si ingrossano le fila dei disoccupati, tra l’altro senza ammortizzatori sociali, e si complica la vita di utenti e cittadini che hanno bisogno di aiuto”.

Nonostante la moratoria di due anni approvata dal governo prima di procedere alla messa in mobilità dei dipendenti oggi in organico, i presidenti degli enti provinciali  - presenti tutti tranne quello di Rovigo, Marco Trombini, sostituito dal suo vice, Vinicio Piasentini, e quello di Venezia, Francesca Zaccariotto, rappresentata dal segretario generale, Stefano Nen - hanno evidenziato il tema della mancanza di chiarezza sul finanziamento. Il governo, cioè, non avrebbe specificato come far fronte agli stipendi dei lavoratori prorogati per i prossimi due anni, mentre mancano ancora indicazioni chiare sulla ripartizione delle competenze oggi in capo alle Province. "Abbiamo condiviso la proposta - ha detto Muraro - di produrre entro la fine della settimana un'ipotesi di testo alla Regione Veneto la quale si è impegnata a produrre una legge che delinei le funzioni da conservare alle province. Naturalmente ci aspettiamo chiarimenti anche dal governo - ha aggiunto - entro la fine dell'anno".

Le Province hanno comunque assicurato che per i primi due mesi del prossimo anno saranno forniti i servizi abituali. "Dopodiché,  se con la concertazione con Regione e Governo non avrà prodotto risultati - hanno concluso - la loro continuazione sarà in forse

 


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