Accoltella la moglie a Maser ferendola gravemente e si costituisce
La 77enne è in condizioni critiche all'ospedale di Treviso
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MASER - Uno scenario di malattia e di solitudine, di vecchiaia ed esasperazione sempre più crescente: è quello che potrebbe nascondersi tra le pieghe del tentativo di femminicidio avvenuto ieri a Maser. La tragedia è accaduta intorno a mezzogiorno in via Ermenegildo Metti, una strada di campagna a ridotto del campo sportivo fatta di modeste case basse dove M. B. , 74 anni, abitava insieme alla moglie, una pensionata di 77. Le uniche certezze sono che l'anziano ha colpito con forza la donna con un lungo coltello da cucina causandole ferite, una particolarmente profonda, che l'hanno ridotta in fin di vita. Poi è stato lui stesso a recarsi ai Carabinieri di Cornuda raccontando quello che era accaduto. "Sono stato io, ecco cosa ho fatto, la situazione era diventata per me insostenibile" ha detto.
Quando i soccorritori, allertati dai militari, sono giunti nell'abitazione, hanno trovato la 77enne stesa a letto in gravissime condizioni. Con l'elicottero è stata trasportata all'ospedale Ca' Foncello di Treviso dove i sanitari hanno tentato un disperato intervento chirurgico per salvarle la vita. Le sue condizioni restano ancora sospese tra la vita e la morte. Gli investigatori nell'appartamento hanno recuperato il coltello insanguinato usato dall'anziano, che è stato arrestato per tentato omicidio aggravato e condotto nel carcere di Santa Bona a Treviso. Sul movente al momento non vi è alcuna certezza, ma una spiegazione appare la più plausibile.
Alcuni testimoni avrebbero raccontato ai militari che la donna era stata dimessa solo ieri dall'ospedale di Montebelluna dove era stata curata a lungo. L'uomo era apparso scosso, fortemente provato dalla malattia della moglie e a qualche vicino avrebbe confidato di non riuscire a sostenere il carico della responsabilità. La donna era infatti invalida totale, pare a causa di una grave patologia cardiocircolatoria. La malattia aveva fortemente inciso sulla mobilità e sulle sue capacità cognitive. Una situazione sanitaria che richiedeva una continua assistenza domiciliare, a cui avrebbero contribuito la figlia 50enne, limitata però ad alcune ore al giorno, e le visite di una assistente sociale. Tutto il resto era ricaduto sulle spalle dell'anziano che, alla fine, non ha trovato altra strada che quella di tentare di uccidere la compagna. (di Rosanna Codino)
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