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28 marzo 2024

Treviso

Abbandonati nella Marca 650 cani all'anno, metà finiscono i loro giorni in canile

Abbandoni e randagismo, violenze e adozioni. Mara Canzian dell'Oipa di Treviso: "Nel 2020 soccorsi e curati 3.672 animali".

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Cane meticcio in adozione

TREVISO - L’ultimo episodio in ordine di tempo è accaduto cinque giorni fa a Catanzaro: una ragazza è stata uccisa da un branco di pastori maremmani che l’avevano aggredita mentre era in passeggiata con un amico. E subito si è riaperto il dibattito sul problema del randagismo e degli abbandoni.

Per sapere qual è la situazione nella Marca ci siamo rivolti a Mara Canzian, delegata della sezione di Treviso e provincia dell’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali). Da oltre quindici anni Mara si dedico al volontariato con gli animali, “da quando ho preso consapevolezza che volevo fare qualche cosa di concreto per difenderli da abusi ed ingiustizie. Ancora sogno che ognuno di loro abbia dignità, libertà, in poche parole ... vita!”

Così ancora non è, giusto? Ma andiamo con ordine: il grave fatti di cronaca registrato nelle serre del catanzarese riporta in primo piano il problema del randagismo. Com’è la situazione in provincia di Treviso?

Non si può certo dire che in provincia di Treviso vi sia in essere un fenomeno di randagismo canino. È più corretto identificare il fenomeno con il suo giusto appellativo: abbandono.

E di che numeri parliamo?

Il dato analitico, reperibile presso il servizio veterinario dell’Ulss2, è ormai consolidato da diverso tempo e si tratta di interventi di recupero sul territorio di circa 650 cani all’anno, metà dei quali provvisti di chip e restituiti al proprietario.



L’altra metà invece?

Gli altri finiscono al canile per poi essere affidati. Non sono affatto pochi e mantenere al canile oltre trecento cani è una spesa assurda, il cui importo potrebbe essere impiegato in maniera socialmente molto più proficua.

E come si possono cambiare le cose?

Purtroppo è diffuso ancora uno scarso senso civico in troppi trevigiani che continuano a non chippare il proprio cane per poi “dimenticarsi” di lui quando va a “farsi il giretto” e non torna più…

Poi ci sono le cucciolate cosiddette indesiderate, è così?

Sono il vero fulcro dell’inciviltà: la mancata sterilizzazione delle femmine determina numerose nascite con altrettanti abbandoni in ogni dove, con conseguenze a volte decisamente drammatiche.

Le campagne di prevenzione non funzionano?

La prevenzione a livello istituzionale dovrebbe offrire un aiuto a debellare il fenomeno ma purtroppo anche su questo fronte non si fa nulla. Da un lato si disapplica la legge non organizzando alcun corso di informazione e di formazione per la cittadinanza; dall’altro non si esegue nessun controllo da parte dei Comuni sul territorio per verificare la presenza del microchip. Salvo poi lamentarsi quando ai Comuni medesimi arriva il saldo della fattura del canile.

L’estate sta finendo: ci sono stati tanti cani abbandonati anche quest’anno?

Una “leggenda metropolitana” che va sfatata è quella degli abbandoni estivi (ma è più opportuno parlare di ritrovamenti) a causa delle ferie. Tale fenomeno è rientrato da diversi anni poiché agosto ha ceduto questo triste primato a gennaio, un mese durante il quale si recuperano tutti i “terrorizzati” che sono fuggiti a causa dei botti di capodanno. Purtroppo diversi di loro fanno una triste fine, feriti o morti dopo essere stati investiti dalle auto.

Eppure la legge tutela gli animali domestici.

Come riconosce il Ministero della Salute, negli ultimi venti anni in Italia sono state emanate diverse norme per la tutela degli animali da affezione e la lotta al randagismo. Tuttavia l’attività ispettiva e il monitoraggio effettuati sul territorio hanno messo in evidenza molte criticità sull’applicazione delle disposizioni vigenti. Ecco allora che sono le associazioni a dover tappare i buchi dei responsabili con propri fondi alimentati dalle donazioni di privati.

Una associazione come l’Oipa, ad esempio...

Nel 2020 l’OIPA Italia ha dato in adozione 3.586 animali, ne ha soccorsi e curati 3.672 : 1.503 cani, 1.773 gatti e 396 di altre specie e raccolti 31.290 chili di cibo, secco e umido per sfamare i randagi e gli abbandonati.

Anche i gatti vengono abbandonati così di frequente?

Soprattutto dei gatti ci si sbarazza. Infatti, se per i cani il dato è relativamente contenuto, per l’abbandono dei gatti si è di fronte a un inarrestabile fiume in piena.



Pressapoco quanti saranno i gatti lasciati a se stessi nella Marca?

Considerati i recuperi operati dalle diverse associazioni e dai privati, si può tranquillamente stimare che in provincia di Treviso l’abbandono annuo dei gatti sia almeno dieci volte quello dei cani, ovvero di circa due-tremila gatti.

Durante tutto l’anno?

Si tratta in realtà di un fenomeno stagionale. È prassi quotidiana, da metà marzo fino a settembre inoltrato, di ogni anno, che si ricevano costantemente segnalazioni di abbandoni di gatti, prevalentemente cuccioli, singoli o intere cucciolate, a volte mamma e piccoli al seguito. Ci si sbarazza di loro per vigliaccheria, ignoranza e crudeltà. I più fortunati vengono casualmente trovati da passanti ma moltissimi altri vanno incontro a un crudele destino: o vengono uccisi subito o muoiono di stenti per fame e sete, divorati vivi dalle larve di mosca, predati da volpi e tassi. Una morte tra atroci sofferenze alla quale nessuno ci fa caso ma che comunque ci vede tutti complici e in parte artefici.

Ma non si riesce a fare nulla per loro?

È uno tsunami a cui è difficile far fronte poiché le domande d’accoglienza vanno ben oltre le capacità ricettive. Così, ogni anno, il dramma si ripete, tra l’indifferenza dei più e l’angoscia dei pochi che, avendo una coscienza, si sentono in dovere di porvi rimedio.

E le istituzioni?

Latitano. I volontari sono lasciati da soli ad affrontare e risolvere il problema. Eppure gli enti locali dovrebbero avere ben presente che la tutela degli animali è un obbligo delle istituzioni non delle associazioni protezionistiche, né dei cittadini singoli o aggregati in comitati o gruppi. Lo prevedono diverse leggi del nostro ordinamento, norme di livello comunitario e la nostra Costituzione.

Parliamo di adozioni di amici a quattro zampe?

Invitiamo vivamente ad adottare un meticcio: il legame che si crea tra bipede e quadrupede è indescrivibile. Si tratta, il più delle volte, di un animale che ne ha passate di tutti i colori; desideroso di dare amore, ma che, senza capirne le ragioni, non è ancora riuscito a riceverlo. Mentre molti cercano un cane di razza, con pedigree annesso, magari per farlo partecipare ai concorsi di settore e vincere tanti premi, chi porta a casa con sé un cane che proviene dal rifugio vivrà un’esperienza di empatia e condivisione unica. Tutti i pelosi sono degni di trovare un posto caldo e sicuro nel quale vivere, ma chi non ha mai avuto un meticcio non sa che tipo di interiorità ha: si tratta di un’anima unica e inimitabile.

Senza contare che scegliere un bastardino significa anche “alleggerire” i canili…

Adottare un meticcio equivale a liberare spazio prezioso per qualcuno che sta rischiando la vita per strada. Salvare un animale non cambierà il mondo, ma cambierà il mondo per quell’unico animale, questa è una ragione che dovrebbe spingerci ad adottare un cane meticcio. Una vita in rifugio, per quanto migliore di quella in strada, non si può definire tale. Gli amici a quattro zampe soffrono terribilmente gli abbandoni e la solitudine, non riusciranno mai a capire perché gli sia toccata una sorte simile.

Stesso discorso per i gatti, giusto?

Prendere un gatto randagio o senza casa in un centro di accoglienza per animali abbandonati è un'esperienza meravigliosa che tutti gli amanti degli animali dovrebbero provare almeno una volta nella vita. Siccome i gatti di razza sono molto desiderati, sono i primi ad essere adottati. Per questo quasi tutti i gatti abbandonati nei centri per animali sono meticci.

E quali vantaggi ci sono ad adottare un gatto non di razza?

Per cominciare, la maggior parte dei gatti di razza tende ad avere una predisposizione a contrarre malattie ereditarie, a differenza dei meticci che risultano infatti più longevi. Inoltre i gatti meticci presentano caratteristiche fisiche e comportamentali esclusive che li rende assolutamente unici.

Lei è delegata per Treviso e provincia dell’organizzazione italiana protezione animali: cosa fate concretamente ogni giorno?

La sezione Oipa Treviso nasce per contrastare i maltrattamenti degli animali; siamo le sentinelle del territorio che tutelando i diritti degli amici a quattro zampe. Il gruppo di volontari si impegna a trovare una famiglia agli animali in cerca di casa. E' nata inoltra un'importante collaborazione con la Protezione civile per intervenire laddove, a causa di alluvioni, terremoti o qualsiasi altro tipo di calamità, gli animali siano in pericolo e abbiano bisogno di soccorso.

Come si diventa volontario dell’Oipa?

Essere parte del gruppo Oipa Treviso vuol dire entrare in un gruppo di persone che riceve formazione e aggiornamenti periodici; che va nelle scuole a insegnare il rispetto verso gli animali, attraverso incontri formativi, molto apprezzati da insegnanti, bambini e ragazzi. Contribuiamo inoltre alla realizzazione di convegni, conferenze, incontri e presentazioni, anche con personalità dal mondo scientifico, sia nazionali che locali. Gestiamo i rapporti con i giornali e i media locali per la diffusione degli eventi e le attività locali. Insomma, un gruppo sempre in prima linea.

 


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Roberto Grigoletto

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