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29 marzo 2024

Treviso

8 MARZO. "L'autonomia economica della donna è una base necessaria per uscire dalla violenza"

"L'Istat dice che lo scorso dicembre 99mila donne hanno perso il proprio lavoro, in un dato totale di 101mila perdenti posto"

| Maria Elena Tonin |

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Fortunata Pizzoferro

VENEZIA - Parlare di donne, significa anche parlare di autonomia economica. "Partiamo da qui quest'anno per parlare di donne e soprattutto per provare ad essere concreti" spiega Fortunata Pizzoferro di Treviso, vice presidente dell'Ordine delle Psicologi del Veneto; l'autonomia economica della donna è una base necessaria per uscire dalla violenza."

 

"L'Istat dice che lo scorso dicembre 99mila donne hanno perso il proprio lavoro, in un dato totale di 101mila perdenti posto. Sono dati che non possono essere ignorati e si inseriscono in contesti lavorativi che raccontavano le dinamiche collegate alla diversità di genere e nell'essere donna, anche prima della crisi. Le donne sono sempre più vulnerabili dal punto di vista economico e non possiamo non pensare che non ci siano delle ricadute anche sull'autostima e sulla libertà."

 

"Non avere un reddito proprio, inoltre" continua Pizzoferro "è uno dei fattori che può contribuire al sorgere e al persistere di una situazione di violenza, anche e forse soprattutto nelle sue forme più subdole. Alla "sudditanza" economica corrisponde una sudditanza emotiva e psicologica, che mina l'autorealizzazione."

 

"Fare la cresta sulla spesa per andare dal parrucchiere"  e viverlo come un vizio perchè non si lavora, è il racconto di tante madri e casalinghe, così come il lasciare che altri decidano cosa è importante per noi, è un "trabocchetto" di cui spesso ci si impiglia, senza rendersene conto: "Chiedere i soldi per andare in palestra, per prendere un caffè con le amiche, per frequentare un corso di ballo, sono azioni insignificanti che diventano eclatanti quando danno il potere a qualcun altro decidere se e quali persone, frequentare, con tutto quello che ne segue, a partire dall'impossibilità di chiedere aiuto perchè non si hanno più  amici o relazioni. L'impotenza, o meglio, il sentirsi impotenti, fa si che molte donne rimangano nei contesti di violenza."

 

Il linguaggio stesso reitara stereotipi in cui spesso le "vittime" si identificano: per cui l'Ordine sta portando avanti da tempo una battaglia anche culturale sul linguaggio, arrivando a cambiare anche il proprio Regolamento. "Come Istituzione, cerchiamo di contribuire ad una diversa presenza femminile nella società. Nel territorio, ci sono 10mila psicologhe e psicologi che fanno la loro parte nei Servizi, nei Centri Anti Violenza, nei consultori ma anche negli Studi Porfessionali: sosteniamo e accompagnamo le donne ad uscire da situazioni di violenza. La violenza, ricordiamocelo" conclude Pizzoferro "non fa uscire le potenzialità che tutte le donne hanno."

 

 

 

 

 


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