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16 aprile 2024

Treviso

5mila piccole imprese della Marca coinvolte in concordati preventivi

Quasi la metà delle aziende coinvolte fallisce per non aver recuperato i crediti

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5mila piccole imprese della Marca coinvolte in concordati preventivi

TREVISO - Fallimenti e concordati pesano come un macigno sull’economia della Marca Trevigiana. Negli ultimi due anni a Treviso  è tra le province del Nord Italia con il maggior numero di richieste di apertura di fallimento.

Il 27% delle circa 35mila piccole e medie imprese con dipendenti è coinvolto, in qualità di creditore, in procedure di concordato preventivo e la metà di esse a sua volta è costretta a chiudere l'attività in breve tempo. Sono alcuni aspetti emersi dall’indagine svolta da Confartigianato Marca trevigiana che verranno presentati nel corso di un convegno "Il rischio di credito. Le imprese artigiane e le piccole imprese tra fallimento e procedure alternative”, che si svolgerà lunedì 24 novembre, ah Bhr Hotel di Quinto.

Da gennaio 2012 ad agosto 2014 sono state aperte in provincia di Treviso circa 5mila procedure, delle quali mille solo nei primi 8 mesi di quest’anno. Il concordato - emerge poi dai dati - è stato richiesto soprattutto da aziende di medie e grandi dimensioni, in particolare spa e srl, il 61% delle quali è poi risultata comunque fallire. Inoltre, i tempi medi di attesa per il recupero dei crediti ha superato i due anni e il ritardo diventa decisivo nei casi in cui, come si evince dalla situazione media delle imprese più piccole, il numero dei committenti è inferiore agli otto per azienda e il 40% del fatturato proviene da un solo cliente.

Lo studio ha anche messo in rilievo una particolarità: il 44% delle aziende continua a lavorare per committenti che non pagano, preferendo sperare in un recupero. Inevitabile, in questo modo, che la metà delle aziende accusi problemi di liquidità causati dal ritardo dei pagamenti con pesanti ripercussioni sul territorio. Nonostante ciò sono ancora pochi (41%) gli imprenditori che hanno attivato o hanno intenzione di attivare una benché minima strategia per fronteggiare il ritardo dei pagamenti. I crediti già bruciati sono consistenti: di media 110mila euro dall’inizio della crisi.

 


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