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16 aprile 2024

Nord-Est

4 consiglieri veneti lasciano FI e passano con Tosi

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4 consiglieri veneti lasciano FI e passano con Tosi

VENEZIA - Il taglio della tessera 473 da parte del consigliere regionale veneto Leonardo Padrin ha simbolicamente segnato l'uscita dello stesso Padrin da Forza Italia, assieme ad altri tre consiglieri, Renzo Marangon, Mauro Mainardi e Moreno Teso.

I quattro, che hanno evidenziato che non si tratta di una decisione polemica ma per guardare in positivo alla possibilità di ricostruire il centro destra, hanno quindi espresso la loro adesione alla candidatura a governatore veneto di Flavio Tosi.

"La candidatura di Tosi - hanno evidenziato - è la più innovativa del centro destra". Dure critiche sono state espresse soprattutto al modo in cui Forza Italia in Veneto ha lavorato per le liste.

"Questo non è più un partito - ha detto Marangon - ma un sultanato". Le ragioni della decisione sono contenute in una lettera inviata al leader Silvio Berlusconi. Solo Teso si presenterà per le regionali.

Nella lettera inviata a Berlusconi, Padrin ricorda che di aver deciso già nell'autunno scorso di non ricandidarsi, dopo 15 anni da consigliere regionale, "di non ricandidarmi per lasciare spazio a nuove energie" e di aver cercato "anche di far approvare una legge che prevedeva massimo due mandati per tutti ma senza successo".

"Dal novembre 2013 - scrive - sono anche capogruppo di Forza Italia, ruolo che mi hanno attribuito i colleghi che, con me, mai hanno avuto dubbi rispetto sulla fedeltà alla lista nella quale eravamo stati eletti. Oggi però mi trovo a non condividere quanto sta avvenendo a livello locale nel movimento. Dopo l'esodo di coloro che hanno costituito l'Ncd eravamo convinti in tanti che soffiasse un'aria nuova, carica di entusiasmo e che Forza Italia potesse ritrovare i tempi migliori. Dopo pochi mesi però siamo tornati ai tempi peggiori perché è mancato un adeguato coinvolgimento su quanto accadeva a livello nazionale, è mancata l'informazione e si sono create 'squadre' che tendevano ad escludere e non ad includere". "Non so - prosegue - se in altre regioni vi siano situazioni analoghe ma certamente in Veneto le liste provinciali, forse ad eccezione di una, sono state formate in funzione di un candidato predeterminato al successo. Questo porterà ad avere liste poco competitive che limiteranno il consenso. Se questo può essere o sembrare un tecnicismo elettorale in realtà contribuisce, insieme ad altri elementi, a far crescere una 'intolleranza' alla politica che si sviluppa specialmente negli elettori di centrodestra. Sono un ottimista ma questo non è alternativo ad un giudizio che mi porta oggi a dimettermi da 'questa' Forza Italia. Lo faccio senza necessità di farlo, non essendo candidato potrei solo osservare e scegliere cosa fare solo dopo l'esito delle elezioni, ma ho sempre scelto la strada della chiarezza. Spero che queste elezioni regionali, indipendentemente dai risultati, possano essere un punto di partenza per una nuova pagina del centrodestra veneto ed italiano".

 


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