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24 aprile 2024

Treviso

2 giugno, nastro nero e bandiera bianca

Festa della Repubblica, i sindaci non festeggiano. Ma protestano

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SILEA - Un nastro nero al braccio e una bandiera bianca che sventolerà accanto a quelle nazionale ed europea in occasione del 2 giugno. Lo hanno annunciato, oggi, una ventina di sindaci della provincia di Treviso, in rappresentanza di circa 200 mila abitanti, che hanno manifestato a Silea raccogliendo l'invito del primo cittadino locale, Silvano Piazza (in foto), ad aderire ad un'iniziativa denominata "Chiuso per lutto cittadino", promossa per evidenziare il disagio non più tollerabile delle amministrazioni comunali a causa degli obblighi imposti dalla fiscalità locale.

 

Al centro della protesta, è stato spiegato, vi è sostanzialmente il meccanismo fiscale che, assieme ai sempre più ridotti trasferimenti dalle casse dello Stato alle municipalità, ha indotto gli amministratori a ridurre progressivamente le spese fino a contenere in modo sensibile i servizi locali anche minimi, dal trasporto scolastico all' illuminazione.

"Sono soddisfatto della manifestazione, non mi aspettavo una partecipazione così alta. Sindaci e cittadini hanno aderito anche se l'organizzazione è stata frettolosa"ha dichiarato il sindaco di Silea Silvano Piazza a lutto concluso. Festeggerà la festa delle Repubblica? "Io festeggio sempre la Repubblica, ma il 2 giugno metterò al sicuro la bandiera perché non vorrei che lo Stato ci porti via anche quella. Io difendo la Repubblica svolgendo il mio lavoro di sindaco e mi aspetto che altri organi dello Stato e del governo difendano il principio di uguaglianza e di rispetto di questo territorio. Trovo che ci sia una disuguaglianza sociale che lo Stato sta perpetrando ai danni dei cittadini del Veneto. Io voglio l'uguaglianza e il rispetto e farò di tutto per ottenerlo. Non è possibile che tutte le tasse pagate dai cittadini, a qualsiasi categoria appartengano, vadano altrove e non rimanga nulla nel territorio. Non è possibile che lo stato non riesca a differenziare i Comuni virtuosi da enti in stato fallimentare".

Ad appoggiare il sindaco di Silea, oltre a cittadini, commercianti e rappresentanti di categoria, con la fascia nera al braccio hanno preso parte alla manifestazione in piazza Trevisani nel mondo, altri quindici primi cittadini di Casale, Zero Branco, Villorba, Ponzano, Spresiano, Santa Lucia, Segusino, Castelfranco, Scorzè, Ponte di Piave, Breda, Carbonera, i neo sindaci di San Biagio e Vedelago e Loreggia. Assenti ma con giustificazione i due sindaci parlamentari Casellato e Rubinato, rispettivamente sindaci di Maserada e Roncade, impegnati a Roma.

 

"Da anni ascoltiamo troppi annunci e proclami.  - ha commentato la senatrice trevigiana del Pd Laura Puppato - Ora i Comuni non ce la fanno più e il governo deve trovare risorse adeguate per non costringere i primi cittadini a non aumentare le tasse locali, in particolare le addizionali dell'aliquota Irpef, per garantire i servizi alla persona".

"Non dimentichiamo - ha aggiunto Puppato - che se oggi l'Europa considera il sistema Italia nuovamente virtuoso e siamo usciti dalla procedura d'infrazione, lo si deve ai tagli imposti in questi ultimi anni soprattutto agli Enti locali".

 

"La protesta dei sindaci e dei commercianti svoltasi oggi a Silea è sacrosanta. E mi auguro che diventi ben presto la protesta di tutti i 581 sindaci del Veneto, una force de frappe capace di far capire al governo e a Roma che la pazienza del Nord è terminata". Lo sottolinea il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. "I sindaci - osserva - chiedono giustamente rispetto per questi nostri territori che alimentano tutto il Paese con un surplus fiscale di 18 miliardi senza che neppure un euro ritorni sotto forma di servizi alle imprese, al lavoro e in assistenza alle comunità locali. Territori che vedono uno Stato che blocca in Tesoreria 1 miliardo 300 milioni di euro: soldi veri, soldi nostri, non debiti, sequestrati soltanto per consentire ad altri di continuare a sprecare con la scusa dell'assurdo patto di stabilità. Enti locali che si vedono accomunati ad altri i cui bilanci sembrano dei pozzi senza fondo di debiti, deficit e finanza allegra. Ospedali in cui le siringhe vengono pagate 6 centesimi e i pasti 6-8 euro che si confrontano con realtà sanitarie dove la stessa siringa costa 25 centesimi e un pasto, non certo da guida Michelin, fino a 50 euro".

 

"I nostri sindaci virtuosi - conclude Zaia - sanno perfettamente, e fanno benissimo a ribadirlo con rabbia, che se in tutto il Paese si applicassero i costi della Pubblica amministrazione del Veneto si libererebbero immediatamente 30 miliardi che lo Stato potrebbe restituire ai cittadini e ai loro amministratori. E sgravarli, anche se non completamente, da un fisco che sa mostrare soltanto il suo volto iniquo, ingiusto, asfissiante".

 


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