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18 aprile 2024

Vittorio Veneto

“Vi presento Carlo Cracco”. Alberto Francescon di Vittorio Veneto vende i prodotti del noto chef

Barista al Flaming, al Geographic e al Fusion, Alberto ha cambiato vita per amore

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Carlo Cracco e Alberto Francescon

VITTORIO VENETO - “Vi porto Carlo Cracco, vi interessa?” E’ così che Alberto Francescon, vittoriese di San Giacomo, ci ha contattati. Per poi raccontarci la sua storia, che magari ci può interessare più di quella del noto chef, già iper-chiacchierato. Camicia e giacchetta, baffi curati, occhiali da sole a specchio: per Alberto Francescon, l’immagine, è importante. Lui ci mette la faccia, e l’abito, in ogni lavoro che fa. “Sono un agente di commercio - ci racconta - da qualche anno lavoro per Cuzziol Beverage e Cuzziol Grandi vini. E’ in questa azienda, con sede a Santa Lucia di Piave, che ho conosciuto Carlo Cracco, poiché, tra le altre cose, mi occupo di vendere i suoi distillati e organizzare cene ed eventi in cui lui li racconta, li spiega. Venerdì questo, ad esempio, sarò con lui in Alpago e a Belluno, dove lo porterò in giro per due giorni ai vari eventi già organizzati, tra cui la cena al ristorante La Cascina in Alpago”.

Com’è Cracco? Come in tv? “Assolutamente no: nei programmi deve interpretare una parte, dal vivo è uno chef come altri. Ma non voglio andare nei dettagli”. Allora parlaci di te… “Sono nato a Vittorio Veneto, da due operai che hanno avuto quattro figli, e ora mi chiedo ‘come hanno fatto?’. Ho frequentato la Nazario Sauro a San Giacomo, quartiere dove vivevo. Mi sono iscritto all’istituto d’arte Munari, ma non ho mai raggiunto il diploma perché ho iniziato la lavorare prima. Dopo un periodo a Padova sono tornato a Vittorio Veneto e ho lavorato come barista al Flaming, al Geographic di Conegliano, al Fusion…erano i primi anni del 2000 e sono entrato in un mondo che mi ha appassionato, e dove ho iniziato a interessarmi ai vini, al cibo, frequentando anche corsi per sommelier”. Poi Alberto si è innamorato e, trovando una fidanzata, che ora è sua moglie, ha deciso di cambiare orari, lavoro, vita. E si è trovato a vendere vini e prodotti a quei locali dove prima lavorava fino a notte inoltrata. “Ora abito a Godega di Sant’Urbano con mia moglie Mariarosa e i miei due fili, Gianmaria e Azzurra, a cui voglio dedicare tutto il mio tempo libero. Dopo la pandemia mi sono reinventato, ho dovuto, e ora noto che quei locali che stanno puntando sulla qualità dei prodotti hanno ripreso alla grande”.

 

Come i prodotti di Cracco? “Bisogna capirli, i suoi distillati. Lui ha creato un limoncello trasparente, e un amaro altrettanto limpido. Sono prodotti di altissima qualità che vanno al di là di ciò che la gente si aspetta: uno, il limoncello, è abituato a vederlo giallino. Eppure il mio lavoro consiste anche in una consulenza, in un consiglio. Molti locali fanno errori e poi si correggono. Altri continuano a farne, e per quelli il destino è segnato”. Sono vent’anni che sei nel mondo dei locali, sono cambiate le cose?  “La gente vuole bere meglio, ora punta sulla qualità più che un tempo. Il problema adesso è la forza lavoro: se vent’anni fa i ragazzi amavano fare i baristi o i camerieri nei luoghi frequentati dai giovani, ora si tirano indietro. Si fa fatica a trovare qualcuno disposto a lavorare il sabato, la domenica, la notte. E questo l’ho notato in tutti i locali”.

In foto Carlo Cracco e Alberto Francescon

 


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Stefania De Bastiani

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