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23 aprile 2024

Mogliano

“Test psicoattitudinali annuali per gli agenti armati della Polizia Locale”

È la proposta della minoranza in seguito alla presentazione del regolamento per il nuovo corpo intercomunale

| Manuel Trevisan |

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| Manuel Trevisan |

La proposta di Nilandi: test psicoattitudinali annuali per gli agenti di Polizia Locale

MOGLIANO VENETO – L’unione intercomunale del servizio di Polizia Locale tra i comuni di Mogliano Veneto, Casier e Preganziol, è entrato in piena attività grazie al voto unanime ricevuto nel corso del Consiglio Comunale di giovedì 30 settembre. Con essa è stato presentato anche il regolamento che dovrà disciplinare l’intero funzionamento del corpo intercomunale, il quale ha ricevuto una condivisione di massima da parte della minoranza, fuorché nella parte relativa agli armamenti.

I vigili urbani non sono un corpo militare, ma dei dipendenti comunali che svolgono funzioni prettamente amministrative e di controllo urbano. Per la legittima difesa inoltre hanno già in dotazione anche strumenti diversi dalle armi da fuoco dedicate allo scopo – spiegano infatti I Consiglieri di minoranza - La maggioranza, nostro malgrado, ha già chiuso ideologicamente le porte ad una valutazione sull’opportunità o meno che i vigili urbani continuassero ad utilizzare armi da fuoco per la legittima difesa. Abbiamo quindi voluto spostare l’attenzione su controlli e vincoli, in un regolamento che invece lascia ampi spazi interpretativi e discrezionali al buon senso dei singoli.

Abbiamo così presentato un emendamento per istituire controlli psicoattitudinali con cadenza annuale e non quinquennale come precedente proposto dal testo. Questo anche per raccogliere il grido d’allarme che arriva dalle associazioni di rappresentanza sindacali, che denunciano il forte aumento dei suicidi con armi di servizio da parte di agenti di polizia locale e l’assenza di servizi di supporto psicologico adeguati per i traumi emotivi a cui sono soggetti.

Una garanzia in più, che avrebbe dovuto essere fondante per un regolamento che consente di portare l’arma a casa propria e in luoghi sensibili come scuole e case di cura. Uno sforzo normativo che avrebbe potuto dare più sicurezza e un servizio migliore ai cittadini e agli agenti stessi.

Una proposta di buon senso cassata per amor di casacca. A perderci come sempre sono i cittadini e in questo caso anche i nostri dipendenti, che retoricamente si dice sempre di voler tutelare”.

 



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Manuel Trevisan

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