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28 marzo 2024

Oderzo Motta

“Tante imprese chiuderebbero subito, se potessero”

Dopo una serie di telefonate agli associati, lo segnala il presidente della Confartigianato Oderzo-Motta, Armando Sartori

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Armando Sartori

ODERZO «Tanti artigiani, se potessero, chiuderebbero subito. E stop fino a quando sarà finita questa epidemia».

Lo spiega Armando Sartori, presidente della Confartigianato del mandamento di Oderzo-Motta. Il quale, insieme al vicedirettore Luca Lava, ha telefonato direttamente a molti artigiani dell’opitergino. Per informarli su quello che devono o non devono fare in questo momento così particolare. Ma anche per scambiare qualche parola sulla situazione economica «che può divenire tragica».

Le telefonate sono state in tutto una cinquantina: per sentire gli artigiani, dare le ultime dritte, a volte rincuorare.

Lo stesso presidente Sartori segnala come la quasi totalità dei lavoratori con cui ha parlato chiuderebbe immediatamente, se potesse. 

«In questi ultimi giorni abbiamo tempestato di messaggi di posta elettronica i nostri associati per renderli edotti su quello che possono e non possono fare, stando all’ultimo dpcm, il decreto della Presidenza del Consiglio».

Ma perché questa maratona telefonica?
«Le mail, si sa, possono anche non essere lette. Specie se sono tante, specie se uno lavora in momento così particolari come questo. Pertanto io e il vicedirettore Lava abbiamo preso il telefono in mano e abbiamo chiamato un campione di nostri associati per capire la situazione direttamente da chi è in prima linea».

E i luoghi comuni sono stati sconfessati...
«Con un pizzico di sorpresa, la quasi totalità delle persone che, stando al decreto, possono lavorare mi ha confermato che chiuderebbe subito, senza indugio. Non si tratta di produrre reddito, si tratta della salute. La stragrande maggioranza la pensa così: su una cinquantina di associati, circa 45 chiuderebbe subito, senza nemmeno pensarci su. Anzi se avesse potuto, l'avrebbe già fatto».

Perché non lo fanno?
«Chi conosce il mercato del lavoro, comprende certi meccanismi che spesso esulano dalla volontà di chi lavora. Mi spiego: pensate al piccolo commerciante che si interfaccia con il grande committente, magari estero. E deve consegnare la commessa nei tempi stabiliti, senza se e senza ma. Se non lo fa entro i termini, non solo perde la commessa, ma perde un cliente sicuro. Il quale magari può rivolgersi ad un altro competitor. Vero, il dpcm prevede di annullare le tempistiche dei contratti di questo periodo infausto, però poi al di là del foglio di carta c’è la cruda realtà».

E dunque che fare?
«Se il Governo imponesse la chiusura totale, ci sono tanti piccoli artigiani che ne sarebbero contenti. Sfatiamo il mito del commerciante che approfitta della situazione. Non è vero. Anche noi siamo preoccupati di come si sta evolvendo la situazione. E a questo punto, se questo è l’andazzo, la quasi totalità dei nostri associati chiuderanno baracca e burattini per una quindicina di giorni».
 

 



Gianandrea Rorato

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