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29 marzo 2024

Montebelluna

“Scolta, paga e tasi. È evidente che ci considerano tutti, almeno due volte bauchi”

È quanto afferma in maniera un po’ colorita il gruppo Arianova di Pederobba sulla questione del cementificio

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Cementificio di Pederobba

PEDEROBBA – L’associazione Arianova lamenta la mancata volontà delle istituzioni ad informare i cittadini in maniera adeguata sulla questione cementificio. L’associazione innanzitutto invita tutta la popolazione dei comuni interessati a partecipare alla presentazione dei risultati dello “Studio epidemiologico Ulss 2 sulla salute ella popolazione nell’area di ricaduta degli inquinanti del co-inceneritore di Pederobba” il 16 dicembre ed avverte che ora nei forni del cementificio si sta bruciando plastica.

Queste le ragioni del proclama: “Lo facciamo perché la salute di cui si parla è la nostra, così come nostri sono i soldi che hanno pagato lo studio e nostre sono anche le Istituzioni che lo hanno realizzato e che ora lo presentano. Ci scusiamo però a nome delle nostre Istituzioni, se quest’ultime hanno deciso giorno, sede e orario di presentazione senza pensare a favorire la partecipazione della popolazione a cui la presentazione è rivolta. Il Comune di Pederobba, si è dimenticato anche di inserire la notizia nel giornalino comunale appena distribuito in tutte le famiglie e si è dimenticato di informare i giornali, che ne hanno dato notizia solo dopo aver letto un nostro post su Facebook. Come lo abbiamo saputo? Da una lettera che il comune ha inviato alla Consulta Ambiente partita dal Municipio il 23 novembre e recapitata il 4 dicembre.

Il tono si fa più colorito e la nota di Arianova, prosegue sottolineando alcuni aspetti della questione: “Macheppalle questi brontoloni di Arianova! E che sarà mai, con tutto quello che abbiamo da fare... È stata una svista, come quella di Lecce. L’Ulss2 infatti, ha già presentato lo scorso anno a ottobre un’Analisi epidemiologica sui residenti nel territorio di Pederobba, sede di cementificio, solo che lo ha fatto ad un congresso a Lecce ma mai in questa zona. Ci scusiamo anche dell’inserimento della presentazione in un Consiglio Comunale, che impedirà ai presenti di fare domande e interventi. Altra svista. Scolta, paga e tasi. Non vogliamo pensare che siano tutte sviste volute per informare il meno possibile la popolazione e aver meno gente possibile tra i piedi (Arianovisti a parte), perché sarebbe grave”.

“Ci scusiamo dunque, della scarsa sensibilità delle nostre Istituzioni e della mancanza di riguardo verso i loro cittadini e speriamo che vi sia stata una maggiore attenzione e cura nel condurre lo studio. Per scusarsi in modo fattivo, considerata la totale assenza di informazione istituzionale, Arianova realizza un volantino, diffuso in cartaceo e a mezzo social, totalmente a proprie spese. Arianova inoltre informa inoltre, assieme al coordinamento ACV, che da novembre 2019 a Pederobba, si bruciano rifiuti di plastica nel co inceneritore della Cementirossi, in base all’autorizzazione rilasciata della Provincia a Febbraio 2018. Anche la provincia di Treviso ha ora il suo co-inceneritore di rifiuti ed è a Pederobba. Un primato di cui fregiarsi orgogliosamente”.

Quindi le conclusioni: “Siamo area Unesco e candidati Biosfera Unesco, siamo l’area con la migliore raccolta differenziata d’Italia sia per quantità che qualità. La migliore quindi anche d’Europa e del Mondo, perché altrove la fanno ben peggio di noi. Veniamo però premiati diventando sede co-incenerimento di rifiuti di plastica. Viene da chiederci se vale la pena, prepariamo a casa un prodotto “pronto e pulito” differenziato con cura, a chi poi lo vende per farcelo bruciare sotto il naso, nell’esclusivo interesse di un gruppo cementiero italo svizzero. Con una petizione di 6665 firme, questa popolazione aveva chiesto al Presidente della Provincia di Treviso e alle Istituzioni, che venisse realizzato uno studio epidemiologico indipendente che producesse i suoi risultati prima dell’autorizzazione a incenerire plastica. Le Istituzioni hanno risposto, impedendo lo studio epidemiologico indipendente e facendone uno proprio, i cui risultati vengono presentati un anno dopo l’autorizzazione e due settimane dopo l’avvio dell’incenerimento. È evidente che ci considerano tutti, almeno due volte bauchi”.

 



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Ingrid Feltrin Jefwa

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