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29 marzo 2024

Montebelluna

“Scavi nel Piave. Rischio per la gente"

Intervista in esclusiva a Fausto Pozzobon sul progetto di escavazione a Ciano

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

La Piave

CROCETTA DEL MONTELLO – Il progetto delle casse di laminazione sulle grave del Piave a Ciano del Montello continua a destare la contrarietà delle popolazioni rivierasche che si sono organizzate in un comitato quanto mai attivo al quale hanno aderito anche gruppi storici di volontariato ambientale. L’ipotesi di un’escavazione che non ha precedenti nell’alveo di un fiume con tanto di muraglia lunga oltre 13 chilometri d'altronde non poteva passare inosservata.

Sulla questione abbiamo interpellato Fausto Pozzobon, presidente di Legambiente Piavenire di Maserada e Cimadolmo, uno dei gruppi che ha aderito al Comitato per la tutela delle Grave di Ciano. Ma Pozzobon è anche il “grande vecchio” del Piave, quest’anno compie 70 anni spesi in buona parte a promuovere e difendere il fiume, la sua gente, la cultura di cui è portatore e l’inestimabile patrimonio ambientale che preserva.

Secondo lei perché la Regione ha assunto una posizione così ferma sul progetto che viceversa le genti del Piave non accettano?

“Noi crediamo che l’assessore all’ambiente regionale non abbia mai visto, neppure passandoci sopra con l’elicottero della Protezione Civile, l’Isola delle Grave di Ciano : se l’avesse fatto, magari addentrandosi nelle zone a magredo con aspre siepi xerofile a Biancospino e Ginepro, si sarebbe reso conto che non era proprio il caso di prospettare per questa grande area fluviale, la distruzione totale degli habitat prioritari ben rappresentati in tutta la sua estensione. Contemporaneamente si sarebbe reso conto delle motivazioni profonde che hanno portato la piccola Sindaca del Comune di Crocetta a ribadire con forza il proprio NO a quel progetto sciagurato: coraggiosamente Marianella Tormena ha presentato le proprie ragioni e soprattutto le ragioni della propria comunità legata a filo doppio a questa realtà fluviale naturalistica di grande rilievo, sottovalutata da chi a parole si riempie la bocca continuamente di tradizioni accendendo panevin in ogni borgo ed inventandosi improbabili mazariol e salvanel! Ed invece no, il Bottacin è andato avanti a muso duro, scaricando responsabilità ad altri: prima offendendo colleghi del Consiglio Regionale poi deputati della Commissione Ambiente della Camera, ed ancora attaccando il bersaglio grosso cioè Governo, Ministro all’Ambiente, Presidente del Consiglio, alla ricerca di un ultimo citofono a cui attaccarsi per togliersi il peso di una decisione di cui si è caricato immaginando che sarebbe stata una cavalcata trionfale per salvare 100.000 persone della bassa pianura della Piave, ultimamente 300.000 addirittura!”.

In questi termini il Piave assume i contorni di una sorta di Waterloo per i politici che sostengono interventi di un certo tipo ma allora cosa era opportuno fare?

La comunità ha risposto avviandosi a sfiorare complessivamente le 5.000 firme della petizione, irrompendo a centinaia nelle manifestazioni promosse dal Comitato, progettando nuove manifestazioni per spiegare con cura le ragioni del proprio rifiuto della logica distruttiva, chiedendo con forza di essere invitato al prossimo tavolo in Prefettura, in rappresentanza della biodiversità e della storia di questa parte importante del territorio comunale. Che cosa avrebbero dovuto fare nel frattempo la Regione e l’assessore Bottacin? Una sana e doverosa autocritica! Non sfugge a nessuno, tantomeno all’ing. Luigi D’Alpaos, evocato a più riprese da parte del citato assessore, che la situazione idrogeologica ed idraulica degli alvei del Medio Piave sia oggettivamente precaria; ricordiamo che in un convegno Rotary di qualche anno fa a Ponte di Piave, D’Alpaos escludeva nuove escavazioni con asporto di ghiaia in tutto l’ambito del corso fluviale mediano per fermare la canalizzazione ed i fenomeni di erosione delle rive di un fiume squilibrato, sempre più aggressivo e rapido. Bottacin, dovrebbe ricordare che il Genio Civile di Treviso è un ufficio della Regione Veneto e che le concessioni di prelievo di ghiaia vengono approvate proprio da questo ufficio della Regione! A quando una sana autocritica, senza imboccare la strada delle decisioni fatali con la grande opera che risolve tutti i problemi? Invitiamo Bottacin e la Regione a riflettere, cambiando completamente rotta ed utilizzando le decine di milioni stanziati dal Ministero dell’Ambiente per interventi di riassetto morfologico ed idrogeologico dell’intero bacino fluviale partendo dal Medio Piave che è, a detta degli esperti da noi interpellati, in grande sofferenza.

Sotto il profilo idraulico quali interventi auspica per il fiume che oramai sempre più spesso viene definito “la Piave”, al femminile?

“Gli 11 metri di altezza dell’acqua raggiunti nel 2018, sotto i ponti di Ponte di Piave, sono determinati dagli squilibri che il fiume sta soffrendo da anni e che il Genio Civile di Treviso non ha sicuramente risolto: il grave pericolo per le comunità residenti alla fine del Medio Piave, non è determinato dalla mancanza delle Casse di espansione di Ciano ma da un approccio metodologico sbagliato che sta alla base delle concessioni di asporto di ghiaia (una trentina negli ultimi 15 anni, alcuni di centinaia di migliaia di metricubi!) dai letti fluviali della Piave. Dopo la sana autocritica sui guai dei propri uffici, ritornando a fare l’assessore all’Ambiente, metta in cantiere subito, una serie di interventi di ripristino ambientale, aprendo nuovi letti per il nostro Fiume nelle fasi di morbida e di piena, utilizzando le aree demaniali senza aver timore (per ragioni idrauliche) di chiedere qualche sacrificio ai vignaioli invadenti, coinvolgendo i cittadini, in primo luogo le scuole, in una azione corale per la salute dell’intero bacino fluviale. Il grande Fiume ringrazierà anche lui!".

Il 19 febbraio in Prefettura ci sarà un summit da parte di una ristretta cerchia per esaminare la situazione e parlare del progetto, cosa chiedereste in quella sede?

“Innanzitutto, auspichiamo di poter essere presenti e che le porte non restino chiuse per la gente della Piave. Legambiente Piavenire, SOS Anfibi, Wwf, Amici del Montello, Lipu, Comitato per la tutela delle Grave di Ciano e tante altre realtà associative di cittadini chiedono di partecipare per dire a gran voce che occorre un Piano di Riassetto idrogeologico e di Ripristino ambientale dell’intera asta fluviale!”.

In attesa di una risposta affermativa dalla Prefettura cosa contate di fare?

“Continueremo ad impegnarci in difesa della Piave. Oggi ad esempio è in corso l’evento “Fiume di gente, gente di fiume, insieme per la Piave” organizzato dal Comitato per la Tutela delle Grave di Ciano, in collaborazione e con il sostegno del comune di Crocetta del Montello, volto a contrastare il progetto della Regione per la costruzione delle quattro enormi casse di espansione”.

Sull’iniziativa il Comitato a cui aderisce anche Piavenire di Fausto Pozzobon spiega che: “È un evento di sensibilizzazione, ma anche di conoscenza del territorio, in quanto avvertire “il senso di un luogo” con le sue specificità sia fondamentale per amarlo e di conseguenza tutelarlo. A questo proposito nel pomeriggio viene proposta una passeggiata a Ciano “tra storia e leggenda” accompagnati da alcuni esperti locali. Ma l'evento vuole anche essere un'occasione più ampia di parlare del rapporto tra la comunità e il fiume e, in generale, di uomo e paesaggio. Abbiamo scelto di farlo -questa volta- attraverso la musica, coinvolgendo 5 cantautori di spicco nel panorama musicale locale e nazionale, che si fanno spesso portatori con le loro musiche di un impegno verso tematiche ambientali e sociali: Do'Storieski, Erica Boschiero, Ricky Bizzarro, Marco Iacampo e Lumakalè. Ognuno col il suo stile -chi più poetico ed evocativo, chi più satirico e dissacrante- racconterà il suo sguardo ispirato da fiumi, boschi, foreste, cielo, ma anche capannoni, cemento, zone industriali. Le prenotazione per “cena + concerto” sono state bruciate in due giorni, sono rimasti -per ora, pochi- posti per il solo concerto, che inizierà alle 20.45, sempre all'oratorio di Ciano. Prenotazioni al numero 339 8631250 (Rita)”.

 


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Ingrid Feltrin Jefwa

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