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29 marzo 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

“Gli stranieri sono troppo favoriti! Ora basta”

Il sindaco di Miane, Angela Colmellere, scrive alla ministra Kyenge

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

MIANE - “Mi hanno accusata di razzismo. Ma io non sono affatto razzista. Da insegnante, sono più che mai sensibile ai temi del rispetto, dell’educazione, dell’integrazione. Però a un certo punto bisogna far sentire la propria voce…” Angela Colmellere (in foto), sindaco di Miane, spiega perché. Perché, un paio di giorni fa, ha preso carta e penna (si fa per dire, ovviamente) per chiedere alla ministra Kyenge di pensarci bene prima di “assumere provvedimenti a favore degli extracomunitari”. “Non ci continui – aveva scritto Colmellere alla Kyenge - a chiedere di togliere servizi ai nostri concittadini, in primis anziani, per darli a persone certamente bisognose di aiuto, ma che non possono venire sempre prima di noi. Non dico dopo, ma almeno non prima. Non possiamo privare i nostri anziani di aiuti per darli agli extracomunitari. Non è eticamente giusto.”

 

Prima di esplicitare il motivo della missiva, il sindaco di Miane, aveva spiegato alla Kyenge di trovarsi “troppo spesso di fronte alla situazione di minori, quasi esclusivamente extracomunitari, a carico del bilancio comunale” e per segnalare “l'incongruenza di provvedimenti presi a Roma”. “Lasciare le frontiere aperte con gli sbarchi triplicati in pochi mesi o proporre lo ius soli, mette in gravissima difficoltà noi Sindaci, che stiamo contemporaneamente subendo tagli paralizzanti ai nostri bilanci – ha precisato il sindaco di Miane -. Da un lato lo Stato impone nuove incombenze per far fronte al problema migratorio, e dall'altro ci toglie risorse.”

 

Nella lettera (che ha già suscitato diverse reazioni, Colmellere si dichiarava “impotente e sempre più intollerante di fronte all’ingiustizia di chi avrebbe bisogno e magari viene scavalcato dai nuovi arrivati, che sono sì nel bisogno ma che spesso passano davanti a chi per l’Italia ha lavorato una vita”. La lettera del sindaco di Miane suonava insomma come un atto di accusa verso un governo che sembra – a suo dire – privilegiare gli stranieri.

 

All’indomani della lettera a Kyenge (la quale per altro ha risposto che per lei i cittadini sono tutti uguali), la Colmellere smorza i toni. “Quello che volevo dire – spiega – è che se il governo finora ha finanziato tanti interventi e risorse per gli stranieri, ora dovrebbe pensare anche a chi in questo paese ha sempre pagato le tasse. Io rispetto il ministro, ma sono io che devo incontrare la gente che non ce la fa più, che non sopporta più queste persone che in modo a volte arrogante affollano il pronto soccorso, le corsie degli ospedali, gli uffici pubblici e che alzano la voce. La maggior parte degli stranieri quando viene in comune dice sostanzialmente questo: “Tu devi dare a me”. E non è giusto che io debba impiegare le poche risorse del comune per gli immigrati, quando ho concittadini che faticano ad arrivare alla fine del mese e che magari solo perché hanno una vecchia casa non possono accedere ai benefici regionali o statali. Sa quanto costa un bambino in affido al comune? 516 euro al mese. Una cifra che si moltiplica per due se il bambino è un adolescente dai 15 ai 18 anni. E sa quanti ragazzi ho in affido? 13!”

 

Angela Colmellere precisa che, per sua scelta, il comune di Miane non dà contributi economici in caso di necessità o indigenza. “Da educatrice, voglio fare in modo che la gente si responsabilizzi, che si dia da fare per ottenere ciò di cui ha bisogno. Ma non è possibile che su 51 domande per avere un bonus sull’energia elettrica, 50 siano di stranieri e una sola di un residente italiano!”.

 

Ma questo – facciamo notare – significa che gli stranieri hanno imparato la lezione, che “sanno fare per ottenere”.

“Il fatto è che rientrano nei requisiti di legge in modo privilegiato rispetto a un residente, che magari a causa di un piccolo patrimonio, come una casa o un pezzo di terra, è escluso dal bando. Dovrebbero essere fatte leggi chiare e concrete. Oggi assistiamo a un “razzismo al contrario”, perché sono i residenti a essere penalizzati, anche sul fronte dei rapporti”.

In che senso?

“Gli stranieri pensano che tutto gli sia dovuto e non fanno sforzi per integrarsi davvero. Nel comune abbiamo organizzato corsi di alfabetizzazione per le mamme straniere perché possano seguire i figli, presentarsi ai colloqui con gli insegnanti: crede che quei corsi siano frequentati?. No: è come se non volessero integrarsi. Altra cosa: probabilmente per mentalità, per una cultura più semplice, i genitori tendono a lasciare i bambini a se stessi, al contrario di noi che siamo forse anche troppo protettivi. Sono modi diversi di intendere l’educazione.”

Modi inconciliabili?

Diciamo che il processo di integrazione va fatto, va promosso (e io nel mio piccolo ci ho sempre dedicato risorse e energie), ma ci vuole tempo.

E’ contraria allo ius soli, cioè al diritto di cittadinanza per bambini, figli di stranieri, nati o cresciuti in Italia?

Dovremmo guardare agli altri paesi, alla Francia, per esempio.

Ma visto che la questione ius sangunis- ius soli è al centro del dibattito politico italiano, lei che pensa?

Che lo ius soli è uno sbaglio. Ci mancherebbe solo questo. Il governo sta pensando di eliminare o rivedere la legge Bossi-Fini… Non sono in grado in grado di parlare di politica internazionale.

Ma la Bossi-Fini è una legge italiana.

Però riguarda i flussi migratori che avvengono a livello mondiale. Io non sono una giurista, non ho competenze in materia. Della questione devono occuparsi gli esperti di diritto che tra l’altro guadagnano molto e dovrebbero mettere a frutto le loro abilità, visto che vengono compensati a dovere.

Secondo lei è giusto che ci sia un ministro dell’integrazione? La Kyenge le piace? Avrebbe preferito un ministro nato in Italia?

Non conosco la Kyenge. Se è diventata ministro vuol dire che probabilmente aveva i requisiti necessari. Io la rispetto e non mi piacciono gli attacchi violenti che le vengono rivolti. Quanto al colore della pelle, non mi turba. Non guardo certo queste cose.

Visto che nella sua lettera-sfogo, parla di difficoltà dei comuni a gestire situazioni di povertà, non avrebbe dovuto scrivere anche ad altri ministri? Luigi Calesso di Impegno civile di Treviso, suggerisce che l’eventuale proposta di “far assistere” i minori stranieri dallo stato anziché dai comuni avrebbe potuto essere inviata al ministro dell’Interno (che fino a qualche tempo fa era il leghista Maroni, un esponente del suo partito). Perché ha scelto proprio la Kyenge?

Perché quello che mi preme è che gli stranieri non vengano prima. Non dico dopo, ma neanche prima.

 

Emanuela Da Ros

 


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