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28 marzo 2024

Montebelluna

“Casse di espansione sul Piave: la Regione coinvolga i Comuni anziché imporre soluzioni dall’alto”

Il 16 marzo la Regione ha avviato il progetto delle contestate casse di espansione nelle Grave del fiume Piave a Ciano del Montello

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

casse di espansione nelle Grave del fiume Piave a Ciano del Montello

CROCETTA DEL MONTELLO - “Le grandi opere, anche se necessarie e soprattutto se fortemente impattanti, non si possono fare senza coinvolgere i territori interessati. O, peggio, contro il loro parere. Così è per le casse di espansione sul Piave: la Regione ha deciso che saranno realizzate alle Grave di Ciano, nonostante le preoccupazioni del Comune di Crocetta del Montello e di altre amministrazioni del Trevigiano. Perché per l’individuazione del sito migliore non viene attivato il percorso previsto dal contratto di fiume? È singolare che chi parla sempre di autonomia, alla prova dei fatti si dimostri centralista, imponendo soluzioni dall’alto”. A dirlo è Andrea Zanoni, consigliere regionale Dem che in un’interrogazione sottoscritta dalle colleghe Anna Maria Bigon (PD), Cristina Guarda (Europa Verde) ed Erika Baldin (M5S), critica la delibera di Giunta numero 302 dello scorso 16 marzo riguardante l’avvio delle procedure per la progettazione delle opere a Ciano del Montello.

“La necessità di mettere in sicurezza idraulica il Piave è indiscutibile, ma è assurdo che la Regione rifiuti di prendere in considerazione soluzioni alternative, con un’ostinazione degna di miglior causa. Nella mozione del Comune di Crocetta del Montello approvata all’unanimità lo scorso 28 gennaio, si sottolineano la pericolosità dell’opera in quel contesto a causa del terreno carsico e la distruzione di 200 ettari di un’area Rete Natura 2000, tutelata dalla ‘Direttiva Habitat’ dell’Unione Europea, e si chiede una gestione integrata del rischio alluvioni lungo l’asta del Piave attraverso il contratto di fiume. Nella stessa direzione si sono mosse le amministrazioni di Cornuda, Valdobbiadene, Montebelluna, Vidor, Caerano San Marco e Volpago del Montello. Tutte, con provvedimenti votati all’unanimità dai consigli comunali, indicano il sito di Ponte di Piave come quello più idoneo, come dichiarato anche dall’Autorità di distretto delle Alpi Orientali: perché per la Regione l’unica ipotesi è invece quella delle Grave di Ciano?”.

 


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