“Basta vigneti, scavi ed edificazioni sul Montello”
È in sintesi quanto chiede il Gruppo Bosco Montello che ha visto il colle cambiare drasticamente negli ultimi anni
CROCETTA DEL MONTELLO – L’ultimo ferita inferta al Montello è lo sbancamento di parte di una collina, per costruire un agriturismo lungo la strada Panoramica a Crocetta ma gli interventi che negli ultimi anni hanno trasformato il colle in maniera oramai evidente sono molti e, il Gruppo Bosco Montello, chiede di porre fine a questo trend che sta cambiando in modo irreparabile il territorio.
“Mai come in questi ultimi anni abbiamo visto il Montello subire trasformazioni, che per quanto legittime e in qualche maniera mitigate, vertono ad un cambiamento incontrovertibile del nostro territorio – affermano i volontari del Gruppo -. Pensiamo ad un vigneto industriale: molto spesso è proprietà di persone che non risiedono nemmeno in loco, viene condotto con metodo convenzionale e trattato chimicamente. Pur essendo paesaggisticamente monotono, potrebbe essere assimilabile se mitigato in maniera adeguata, ma non potrà mai sposarsi con il nostro ideale di biodiversità e di tutela della salute”.
Gruppo Bosco Montello prosegue poi: “Quello che ci chiediamo è perché alle soglie del 2020, e con i progressi tecnologici di cui possiamo godere, stiamo ancora parlando di chimica, sbancamenti e cemento. Perché non si pensa a promuovere un comparto esclusivamente biologico che tuteli in primis il Montello e l’agricoltura locale e che dia anche maggior redditività agli agricoltori? Perché non si pensa di abbandonare l’edilizia tradizionale fatta di mattoni e cemento, per favorire la bioedilizia? Eppure, sono tecnologie accessibili a tutti ed estremamente validate nel corso degli anni. È veramente inconcepibile come si pensi solo al ritorno dell’investimento in termini economici e mai in termini ambientali”.
Il Gruppo però non punta il dito verso gli agricoltori, a loro volta vittime di un sistema verso il quale i volontari lanciano un monito: “Nel mentre la politica gira la testa dall’altra parte, varando un aggiornamento della cartografia Habitat che corre il rischio di trasformarsi in una sanatoria di dimensioni epiche, e adottando un nuovo Piano di Assetto del Territorio che dalle premesse mira ad escludere la coesistenza tra la tutela ambientale garantita dall’Europa attraverso la norma Rete Natura 2000 e la prassi agricola locale che ha caratterizzato negli ultimi 100 anni la storia e l’economia del Montello”.