29/03/2024nuvoloso

30/03/2024pioggia debole

31/03/2024pioggia debole e schiarite

29 marzo 2024

Castelfranco

“Anziani a casa, ma molti ancora lavorano e sono attivi nel volontariato”

L’ex sindaco di Castelfranco, Maria Gomierato, sostiene sia impensabile tenera ancora a casa gli anziani

| Ingrid Feltrin Jefwa |

immagine dell'autore

| Ingrid Feltrin Jefwa |

“Anziani a casa, ma molti ancora lavorano e sono attivi nel volontariato”

CASTELFRANCO – La pandemia ha imposto misure di sicurezza molto rigorose alla terza età che risulta essere maggiormente a rischio rispetto ai più giovani. Ora stiamo per entrare nella fase 2 ma le indicazioni sulla “reclusione forzata” degli anziani sembrano non mutare, circostanza che vede in poco persuasa Maria Gomierato ex sindaco di Castelfranco Veneto che a tal proposito ha voluto dire la sua in una lunga ma al contempo interessante riflessione che è ricca di spunti che fanno riflettere.

 

“Siamo tutti ormai stanchi della navigazione a vista, dei bollettini quotidiani sulla “febbre” del Paese, del giorno per giorno che ci accompagna da due mesi, facendoci passare dall’incredulità, all’angoscia, alla speranza in una altalena di sentimenti e di annunci che ha messo l’equilibrio di tutti a dura prova. L’ultimo, la quarantena a oltranza a partire dagli over 60. Gli anziani, i vecchi: inondati in queste settimane da fiumi d’inchiostro per esaltarne il valore, gli affetti, la memoria storica e via magnificando, vanno però tenuti a casa, lontani da tutto e da tutti. Per proteggerli, ma considerandoli forse alla fine dei pericolosi irresponsabili. Penso che chi fa queste ipotesi non conosca la realtà quotidiana, la vita vera delle città, delle famiglie, delle aziende, non conosca la vita reale ma si nutra di un immaginario in cui gli over 60 o 70 sono tutti, o quasi, pensionati, sfaccendati, che si radunano ai tavoli delle osterie, dei caffè o sulle panchine dei giardinetti. Non vedono quanti cittadini di questa età, artigiani, tecnici, professionisti, operai e imprenditori, si alzano presto la mattina per dedicarsi a un lavoro dal quale non si sanno staccare perché è soprattutto passione e amano portare ancora, in fabbrica, o in negozio, o in ufficio, il tesoro della loro lunga esperienza e competenza. Non vedono i tanti volontari di associazioni sportive, culturali, umanitarie, parrocchiali, di frazione o di quartiere che sono vive e vitali proprio grazie alla dedizione e all’azione appassionata e quotidiana di centinaia, migliaia di uomini e donne “over” che seguono bambini, ragazzi, disabili, malati, e sono persone vive, vitali e generose.

 

Non vedono i nonni e le nonne che vanno a prendere i nipoti a scuola e se li portano a casa perché i genitori lavorano e loro, con quei bambini, spendono energie ma acquistano una carica di affetto e di calore così grande che riempie loro la vita di presente e di futuro. E la società attiva, solidale, inclusiva, fiduciosa, è una società fondamentalmente sana. Sana anche perché si cura e non si trascura. Ebbene, a tutta questa gente si intenderebbe limitare la libertà. La restrizione di uno dei fondamentali diritti dell’uomo, sancito dalla Costituzione della Repubblica, festeggiata a ogni 25 aprile e presente in tutti gli ordinamenti degli Stati cosiddetti “civili”. Da maggio tutti fuori e gli “over” chiusi a chiave fino a settembre, o dicembre, o si vedrà: per proteggerli con una “segregazione” basata solo sulla carta d’identità. Senza considerare gli effetti collaterali della reclusione e del distanziamento sui quali la scienza comunque mette in guardia. Come per la chiusura delle scuole, la soluzione individuata parrebbe quella che dà meno grattacapi al governo e alle “autorità” in generale. La soluzione che ti evita studi, scelte, sperimentazioni, assunzioni di responsabilità. Teniamoli a casa perché se si ammalano possono diventare dei grattacapi per il governo, per il sistema sanitario o per le amministrazioni pubbliche.

 

Grattacapi che ci saranno se, a una società che ricomincerà faticosamente a rimettersi in moto, dovesse mancare questo capitale umano che è invece sale e humus del nostro tessuto sociale profondo, che conosce bene il senso di responsabilità perché è cresciuto con una educazione fatta ancora di regole, di rispetto e di disciplina. Dovrebbero provare a dirlo a Leonardo del Vecchio, ad Arrigo Cipriani, a Mario Carraro, a Giorgio Armani: sono un pericolo o una risorsa per la società? E penso a Liliana Segre, alla sua forza e al suo carisma quando, ormai novantenne, ancora emoziona e affascina giovani, studenti, uomini e donne che vedono in lei una testimone preziosa, un patrimonio di immenso valore, una presenza irrinunciabile negli incontri che aiutano a formare le nuove generazioni, le loro coscienze. Penso a Tina Anselmi, classe 1927, presente anche negli anni 2000 a tanti appuntamenti pubblici con gli studenti, con le donne, con la popolazione. Quando celebrava il 25 aprile nella sua Castelfranco, testimone di una stagione di sofferenza e di paura, dalla quale era nata la nostra libertà. Ripeteva, Tina Anselmi, che le conquiste sul piano sociale, culturale o economico non sono mai definitive: se la società non vigila con continuità sulle Istituzioni, anche quelle più solide e radicate, e non le difende, queste sono destinate a cadere. Anche le libertà costituzionali dei cittadini sono diritti inviolabili ma non sono necessariamente “per sempre”: vanno vigilati e difesi, come diceva Tina, per il futuro dei giovani e anche dei vecchi”.

 



foto dell'autore

Ingrid Feltrin Jefwa

SEGUIMI SU:

Leggi altre notizie di Castelfranco
Leggi altre notizie di Castelfranco

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×