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29 marzo 2024

Treviso

“La triplice evasione al carcere di Treviso poteva essere evitata”

E’ quanto dichiara in un comunicato Michela Romanello, segretaria nazionale UIL PA Polizia Penitenziaria

| Margherita Zaniol |

| Margherita Zaniol |

Carcere di Santa Bona a Treviso

TREVISO - “La triplice evasione dalla Casa Circondariale di Treviso, avvenuta solo qualche giorno fa, è solo uno tra i tanti eventi critici che si sono susseguiti, nel corso degli ultimi giorni, all’interno di tale istituto. Nel corso dell’ultima settimana, infatti, forti tensioni tra detenuti di diversa etnia, in particolare tra albanesi e nordafricani, sono presto sfociate in scontri fisici - dichiara in un comunicato Michela Romanello, segretaria nazionale UIL PA Polizia Penitenziaria -, degenerati in data 10 giugno in una sanguinosa rissa tra una decina di essi, armati di bastoni divelti dai tavoli in uso nelle stanze detentive, rissa che è stata comunque efficacemente sedata dal personale di polizia penitenziaria intervenuto prontamente per evitare il peggio. Due detenuti sono comunque rimasti feriti, al punto da necessitare di cure mediche, uno dei quali è stato subito trasportato in ospedale”.

Aggiunge Romanello: “L’origine di tali tensioni, a parere di questa O.S., è da ricercarsi nelle modalità attuative della cosiddetta “sorveglianza dinamica a regime aperto” in condizioni strutturali che non permettono di fatto un efficace controllo dei detenuti. Tutto ciò non si traduce solo in difficoltà operative e rischi per l’incolumità del personale di polizia, costretto a condividere (completamente disarmato) gli stessi spazi dei reclusi, ma soprattutto in uno stato di abbandono della stessa popolazione detenuta che, priva del necessario controllo da parte della polizia, perde la garanzia di tutela dell’ordine e della sicurezza e finisce per farsi giustizia da sé, applicando la “legge della giungla”. Il controllo da parte dello Stato, che la polizia penitenziaria rappresenta nelle patrie galere, costituisce in realtà l’unica vera e propria tutela per l’incolumità e la serenità degli stessi detenuti.

Va evidenziato che da ben quattro anni la Segreteria Territoriale UIL PA Polizia Penitenziaria di Treviso sta chiedendo, con insistenza e continue sollecitazioni, interventi per risoluzioni tecniche necessarie proprio nel reparto dove si sono verificate le evasioni del 9 giugno: manca infatti un’idonea postazione di controllo per la polizia penitenziaria da realizzarsi all’esterno di tale sezione. Il progetto sembra essere stato già predisposto da parte dell’ufficio tecnico del Provveditorato Regionale di Padova ma, per motivi a noi sconosciuti, dopo quattro anni nulla è stato concretizzato e tantomeno cominciato, con tutte le conseguenze che ne sono scaturite. Se si trattasse di carenza di fondi ci auguriamo veramente che la realizzazione delle cosiddette “stanze dell’amore” non debba avere la priorità!”
 

 



Margherita Zaniol

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