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19 marzo 2024

Conegliano

“La politica deve assumersi le proprie responsabilità!”, gli apicoltori insorgono durante un dibattito sulla convivenza tra apicoltura e viticoltura

Scottante dibattito sul tema della salvaguardia delle api e della loro convivenza in ambienti ormai pervasi dai fitofarmaci: “Siamo in grosse difficoltà, non c’è più tempo”

| Clara Milanese |

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Silvano Lazzarin con il gestore dell'azienda Biodinamica San Michele

CONEGLIANO – Si è tenuto ieri sera presso la società agricola biodinamica San Michele di Manzana un incontro dal tema “viticoltura e apicoltura”.

A prendere parte alla riunione un esperto del settore, agronomo proprietario di una piccola azienda viticola e di tre arnie, Nicola Tormen, anche lui agrotecnico e direttore del WBA project e un gruppo di apicoltori del territorio.

Centrale il tema della collaborazione tra mondo agricolo e mondo delle api: come farli convivere?

“Per prima cosa con un’agricoltura più sostenibile – spiega l’esperto del settore – che deve toccare il pilastro sociale (quindi non creare danno alla comunità), guardare all’ambiente e garantire sostenibilità economica”.

Il consulente ha poi chiarito in pochi e semplici punti, come sarebbe utile intervenire per raggiungere questi obiettivi: “I punti di intervento fondamentali sono tre: aumento e tutela della biodiversità (bisogna cioè tornare a un’agricoltura resiliente, come quella di una volta) e piantumazione di siepi e boschetti, riduzione della chimica tramite costanti monitoraggi e smart farm, cioè digitalizzazione dei dati”.

Concorde anche Nicola Tormen, agrotecnico laureato in scienze naturali e presente per rappresentare l’associazione veronese “World Biodiversity Association Onlus”, che si occupa di scoprire nuove specie e garantirne la divulgazione: “l’Apis mellifera è insostituibile per l’ambiente ma anche per l’agricoltura, che dev’essere un’attività che dia sostenibilità a 360°. Oggi è in corso il declino delle api a causa di avvelenamenti, cambiamenti climatici, impoverimento genetico… Noi siamo qui per tutelare la biodiversità e siamo convinti che per farlo si debba dialogare con l’agricoltura”.

Ma in un mondo agricolo sempre più vincolato all’uso di fitofarmaci, come tutelare la nostra fauna (specialmente le api, che sono sempre più in pericolo)?

“Le api hanno problemi con gli insetticidi, non tanto con i prodotti fitosanitari, – ha spiegato il proprietario della piccola azienda agricola – bisogna fare interventi mirati e con insetticidi selettivi. Il trattamento con insetticida viene poi eseguito in ore notturne proprio per tutelare gli insetti utili come le api”.

Proprio su questo aspetto, si è dunque acceso il dibattito con gli apicoltori: “Sai cosa vuol dire andare alle 3 di notte a chiudere le arnie? – hanno obiettato – Chiudere le api di notte per dare i fitofarmaci non va bene. Se sono al sole, magari 12 ore rinchiuse, muoiono. Dobbiamo quindi trasferirle, creare delle aree protette”.

Su questo punto hanno insistito, in pieno accordo, tutti gli apicoltori, guidati dalla voce di Silvano Lazzarin: “Siamo in grosse difficoltà e le cause vengono in gran parte dal mondo agricolo. Se siamo qui è perché vogliamo dare una mano e per farlo dobbiamo cambiare strada”, ha spiegato con un certo rammarico.

La biodiversità, secondo Lazzarin, non è solo piante e coltivazioni: “Sono spariti prati e siepi. Io non ho visto le siepi da te, ho visto quattro alberelli”, ha osservato rivolto verso l’agronomo.

Oggi se vado in un campo c’è la morte, c’è soltanto un bel colore verde, ma i colori e i profumi dei fiori mancano, così come manca il canto degli uccelli. – ha proseguito Silvano Lazzarin – 6-7 anni fa, in provincia di Treviso, sono state vendute 4000 tonnellate di fitofarmaci. Queste 4000 tonnellate, allungate con l’acqua, rappresentano 1milione e 200mila tonnellate di prodotto che avvelena. Il piccolo uccellino dove va a finire? Qui la biodiversità la stiamo perdendo, l’agricoltore dovrebbe tornare ad essere il sostenitore della biodiversità e qui invece la stiamo negando e per me è un grande dolore”.

A questo punto, seppur mantenendo toni rispettosi, il clima si è fatto acceso, con un Lazzarin pronto a tutto per perorare la propria causa: “Qui serve la politica! Dobbiamo creare aree di protezione e per questo ci vuole la politica: o loro vengono a Conegliano o noi andiamo a Venezia! Dobbiamo farci sentire, altrimenti perdiamo tempo e non c’è tempo”, ha concluso, animato dalla sua grande passione per l’ambiente, Silvano Lazzarin.

All'incontro erano invitati anche alcuni politici di spicco ma pur avendo dato la loro disponibilità a partecipare non si sono presentati, da qui lo sfogo dell'apicoltore ambientalista Lazzarin.

 


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Clara Milanese

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