È Natale, ecco il Panettone

Da dove viene e come nasce il classico dolce per le feste di Natale e fine anno?

| Giampiero Rorato |

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TREVISO - Da molti anni ormai anche il Veneto produce il Panettone, dolce natalizio della tradizione milanese, evolutosi nel corso del tempo fino a presentarsi con le caratteristiche attuali che tutti conosciamo, conquistando non solo la Lombardia, ma anche il resto d’Italia, Veneto e Trevigiano compresi, oltre ad essere gustato in tutto il mondo proprio come il Pandoro.

Ed è bene conoscere come questo dolce è arrivato anche nei nostri paesi.

Anche a Milano, come nel Veneto, il “pane” dolce per le feste natalizie era basso, come il “Nadalin” veronese, o la “Pinza” trevigiana, (quella che da Natale è stata trasferita all’Epifania), ma a Milano nel 1924 avviene un incontro che segnerà la storia del panettone.

All’inizio del 1924, dunque, nella rinomata “Pasticceria Angelo Motta” aperta in via della Chiusa a Milano, entra un signore russo che chiede al titolare, Angelo Motta, appunto, di preparargli 200 kulis (un lievitato russo, di forma cilindrica, molto alto) per la Pasqua ortodossa. E Angelo Motta li realizza, inventandosi il pirottino (uno stampo ricavato da delle fasce laterali e fondo in cartapesta, uniti da punti metallici) ottenendo i complimenti del cliente russo.

Quei kulis e quei pirottini sono una folgorazione per il pasticciere Motta che già pensa al “Panettone” per le feste del Natale. Riprende in mano la ricetta tradizionale, già da lui modificata negli ingredienti, ricorre al suo pirottino e così realizza un Panettone più morbido e soprattutto più alto.

Per la storia ci fermiamo qui, ma ho voluto dare a Milano e ad Angelo Motta il primato che spetta loro, come la scorsa settimana ho dato a Domenico Melegatti, veronese, il merito di aver inventato il moderno Pandoro.

Il successo del Panettone milanese di Angelo Motta (1890-1957) è stato immediato e sarebbe anche da ricordare, Gioacchino Alemagna (1892-1974), anche lui fondatore, qualche anno dopo Motta, di un’azienda pasticcera di successo, soprattutto con un Panettone assai simile a quello di Motta. Non c’è voluto tanto perché questo nuovo dolce natalizio, conosciuto nel mondo come il “Panettone” di Milano, a base di farina, uova, burro, uvetta e canditi, dopo l’ultima guerra mondiale, quindi a partire dagli anni 50 del secolo scorso, trovasse anche in altre regioni, oltre alla Lombardia, pasticceri pronti a realizzarlo e così è ora anche nel Trevigiano, dove numerosi titolari di forni e pasticcerie artigiane lo realizzano con così grande bravura da non temere il confronto con i classici milanesi.

Il Panettone, che nel frattempo ha occupato quello che fin quasi alla metà del secolo scorso era nel Trevigiano il dolce natalizio per eccellenza, la Pinza, ha conosciuto in terra veneta diverse nuove varianti, anche l’impiego di acini d’uva di Raboso passita ed è diventato il signore delle feste natalizie e di fine anno, grazie alla sua morbidezza, sofficità, leggerezza, gustosità, che tanto piace a grandi e bambini. In virtù di questa duplice presenza, la tradizione veneta e trevigiana s’è dunque arricchita, con gioia generale, soprattutto di fornai e pasticceri artigiani (che producono ottimi panettoni) e dei supermercati.

 



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Giampiero Rorato

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