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18 aprile 2024

Oderzo Motta

«Vendemmia di qualità, ma manca la manodopera»

Lo dicono gli esperti che commentano questo particolare momento per il settore agricolo nel comprensorio opitergino

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foto d'archivio

ODERZO - Nel comprensorio opitergino sarà una vendemmia caratterizzata da una qualità ottima, ma senza le sovrapproduzioni del passato.

Questa, in sintesi, la situazione del raccolto 2021 nell'opitergino-mottense. In linea con la tendenza nazionale, come conferma Michele Zanardo, già presidente del Comitato nazionale vini del Ministero delle politiche agricole e professore a contratto di Legislazione vitivinicola all'Università di Padova. «Peraltro - dice Zanardo - questo non determinerà un calo di prezzi dell'uva, come qualcuno paventava, e favorirà il consolidamento di una situazione di mercato equilibrata».

«Il cambiamento del clima e il rialzo delle temperature non ha provocato, almeno quest'anno, il fenomeno della vendemmia precoce» aggiunge Luigi Peruzzetto, titolare di Casa Roma di San Polo di Piave, azienda specializzata nella produzione di pregiati vini del territorio. «Grazie, certo, all'alternanza tra sole e pioggia che è stata ideale, per quanto occorra sempre sottolineare che il problema esiste e che forse l'anno prossimo si farà risentire».

Anche Umberto Bigai (Tenimenti Bigai di Barco di Pravisdomini), conferma che le uve a bacca rossa - il Merlot in particolare - sono di ottima qualità e che ci sono tutte le premesse per caratterizzare il 2021 come una grande annata. «Perché il vino - sottolinea - si fa prima di tutto in vigna, e poi in cantina». Sempre in salita, purtroppo, il problema della mancanza di manodopera. «In pianura - dice Peruzzetto - si risolve con la meccanizzazione. Ma in collina, dove i disciplinari prevedono la raccolta a mano, la situazione è davvero drammatica. Molti stagionali dell'Est o extracomunitari sono rientrati nei loro Paesi a causa del Covid, e inoltre si fa sentire seriamente il calo demografico: vale a dire meno giovani disposti a lavorare in vigna e meno preparazione scolastica specifica».

Michele Zanardo conferma che occorre insistere sulla formazione, in particolare di figure professionali quasi scomparse come quella del cantiniere: «Seminare con cura oggi per raccogliere domani è una delle leggi fondamentali dell'agronomia e l'insegnamento scolastico deve essere improntato a una formazione lungimirante per il medio e lungo termine».
«Non possiamo certamente lamentarci sulla tenuta del settore» aggiunge Peruzzetto «e semmai i lockdown, con lo sviluppo verticale delle vendite online, ci hanno messo in difficoltà facendoci esaurire le scorte. Ma le tendenze di mercato non devono farci dimenticare il rischio a lungo andare delle monocolture. Oggi queste pagano in termini economici, ma domani e dopodomani potrebbero impoverirci in termini di biodiversità e di qualità». OT

 



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