TREVISO – “La soddisfazione dei clienti tocca percentuali elevatissime, il rapporto utenti numero delle farmacie è positivamente basso specialmente in provincia di Treviso: insomma il sistema è capillare e funziona. Inoltre alternative testate sul campo non hanno sortito gli effetti sperati. Il Governo vorrebbe mettere mano al sistema delle farmacie: bene. Ogni meccanismo è perfettibile ma se si deve lo si faccia con intelligenza: confrontiamoci e cerchiamo di non danneggiare un servizio che, parole dello stesso cittadino, funziona ottimamente".

A dirlo è Franco Gariboldi Muschietti, presidente di Federfarma Treviso, facendo un appello al Governo affinchè non si intervenga a gamba tesa, nell'ambito delle misure legate alla manovra anti-crisi, sulle farmacie.

"Da tutte le parti si parla spesso di liberalizzazioni e altrettanto spesso autorevoli economisti,evidenziano come liberalizzare puo' portare ad una riduzione dei costi e ad un maggior servizio per il cittadino. Se questa teoria può esser valida per molte categorie commerciali e artigianali, non la si può applicare al sistema farmacia che, così com’è stato concepito in Italia, è unico al mondo nel creare un servizio di rete che ha saputo dare il beneficio ai cittadini e nello stesso tempo mantenere un equilibrio tra valido servizio tanto alla tutela del cittadino quanto alla stessa farmacia. Nella nostra provincia di Treviso, il rapporto cittadini farmacie è positivamente tra i più bassi in Italia ed il servizio è capillarmente distribuito su tutto il territorio. Molto più degli uffici postali, per ricordare la tanto sbandierata idea del Governatore Luca Zaia che vorrebbe passare la distribuzione dei farmaci a Poste Italiane".

"Se poi - sottolinea Muschietti - vogliamo migliorare il servizio, siamo aperti a qualunque confronto, pronti come sempre a dare il nostro contributo di esperienza diretta e professionale. A tal proposito si evidenzia che, a livello governativo, da parte del senatore Maurizio Castro, sono state depositate concrete proposte per il riordino del settore farmaceutico, con notevoli innovazioni liberalizzatrici. Vorremmo però evitare quanto è già accaduto con la legge Bersani, che per un palese debito elettorale nei confronti delle Coop, con l’istituzione delle parafarmacie, ha promesso, senza mantenere, quello che sarebbe dovuto essere un cambiamento epocale fatto di riduzione dei prezzi e aspettative di lavoro.

E' evidente che cosi non è stato. Quindi, se cambiamento dev’esserci, dev’essere in via prioritaria discusso con le parti interessate (leggi Federfarma), al fine di trovare un corretto equilibrio sulle eventuali novità da inserire ma che non vada a danno di una categoria che si è dimostrata indispensabile partner delle strutture pubbliche (Asl), che eroga servizi al cittadino, portando notevoli risparmi dal punto di vista economico e migliori servizi sul territorio".