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24 aprile 2024

Treviso

Ztl esce dalla Piave: "Il dormitorio non si tocca"

Tra Collettivo e Comune ora è scontro sui 9 posti per i senza fissa dimora

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Ztl esce dalla Piave:

TREVISO - “Abbiamo fatto un passo indietro uscendo dal centro sociale Django. Ora basta. Il dormitorio non si tocca”. In meni di 48 ore la soluzione, se c’è mai stata, tra Ztl e amministrazione per liberare l’ex caserma Piave e avviare il progetto di riqualificazione è già carta straccia.

I ragazzi ieri hanno sospeso tutte le attività all’interno della Piave, hanno tirato una rete rossa per delimitare l’area della caserma e appeso all’entrata uno striscione con la scritta “Riapriamo al più presto”. Lì non entreranno più hanno detto. Ma non sarà così per il dormitorio Caminantes, che ogni sera ospita 9 senza fissa dimora. “Continuerà a funzionare, non siamo disposti a lasciare il dormitorio - ha detto Nicola Vendraminetto, portavoce del Collettivo - Crediamo sia una risposta a un bisogno reale della città. Ogni sera -spiega - abbiamo persone che arrivano che non hanno trovato posto o non sono riusciti ad accedere ai dormitori della Caritas e del Comune. Ospitiamo uomini, da 18 ai 60 anni, per metà italiani”. Il Collettivo su questo punto è fermo. “Organizzeremo un presidio permanente all’esterno della Piave e gestiremo il dormitorio. Aspetteremo fuori, ma se non si muoverà nulla nel giro di qualche settimana, rientreremo”.

Ma l’amministrazione è stata chiara: “tutto deve essere liberato”. E sul dormitorio il sindaco Manildo ha ribadito che i 9 posti letto saranno assorbiti dalla Caritas. Ma stando a quanto afferma Ztl, la domanda di posti letto è sempre superiore all’offerta. “Ogni sera abbiamo più richieste rispetto al numero di persone che possiamo ospitare, a volte ci chiamano da altri dormitori per sapere se da noi c’è posto”.

Il braccio di ferro con Cà Sugana va oltre il dormitorio: “La questione è anche politica - aggiunge il Collettivo - noi abbiamo fatto il nostro passo indietro, congelando tutte le attività. Vogliamo consentire al Comune di portare avanti il progetto. Ma oggi non abbiamo garanzie sufficienti per uscire da qui, senza il rischio di essere tagliati fuori. Lo abbiamo già fatto un anno fa all’ex Filt e ora siamo di nuovo da capo”.

 


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