Zaia e le colpe "del prosecco"
La tragedia - ribadisce il governatore - non c'entra con vigneti
PIEVE DI SOLIGO - Dopo la tragedia di Refrontolo "l'unica cosa che hanno saputo dire è stata: 'siccome Zaia ha fatto il decreto sul prosecco, è colpa di Zaia'". Lo ha detto il presidente della Regione Veneto (in foto sul luogo del disastro) soffermandosi ancora sulle ricerche delle cause di quanto accaduto sabato scorso con la morte di quattro persone durante una festa travolta da un'improvvisa esondazione di un torrente ingrossato dalla pioggia.
"Un approccio corretto e intelligente - ha aggiunto - sarebbe stato quello di dire che il caso Refrontolo non c'entra niente con i vigneti e con le sagre. Se poi qualcuno vuole discutere di vigneti e sagre, se ne discuta da qualche altra parte".
"Questo - ha proseguito Zaia - è il solito accostamento malizioso che ho visto nell'alluvione del 2010, quando 235 comuni erano sotto acqua, con diecimila famiglie e imprese colpite ed è stato detto 'è colpa di Zaia'; quando hanno arrestato i loro migliori uomini per il caso Mose, hanno saputo dire solo 'si dimetta Zaia' e quando è accaduta la bomba d'acqua di Refrontolo - ha concluso - l'unica cosa che hanno saputo dire è stata: 'siccome Zaia ha fatto il decreto sul prosecco, è colpa di Zaia'".