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18 aprile 2024

Vittorio Veneto

Vittorio Veneto, si teme l'arrivo di un centro commerciale proprio in centro città

Il timore del consigliere FI Santantonio, dopo la delibera sul futuro dell'ex Carnielli

| Roberto Silvestrin |

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Vittorio Veneto, si teme l'arrivo di un centro commerciale proprio in centro città

VITTORIO VENETO - Si teme l’arrivo di un nuovo centro commerciale all’ex Carnielli. A sollevare il dubbio è il consigliere di Forza Italia Paolo Santantonio, dopo il consiglio comunale in cui è stata votata la delibera sul futuro del buco nero vittoriese.

 

Sul piatto c’è la riduzione della cubatura ad uso residenziale, che vuole rendere più appetibile sul mercato la struttura: al sindaco Roberto Tonon è stato dato mandato di trovare un accordo con la curatela fallimentare – per rivedere gli accordi del 2008 -, al fine di trovare nuovi acquirenti. Con la diminuzione della cubatura residenziale, però, rimane una considerevole parte commerciale, destinata con tutta probabilità ad aumentare.

 

Un centro commerciale al centro di Vittorio Veneto”: questo è il timore di Santantonio, che ieri ha criticato fortemente la delibera approvata con i soli voti della maggioranza. “Una delibera indubbiamente connotata da opacità estrema” l’ha definita il forzista.

 

E’ stato l’emendamento proposto dal consigliere Matteo Saracino a riportare la questione sotto la competenza del consiglio comunale, mettendo i “paletti” su eventuali accordi tra il sindaco e la curatela: ogni “patto” dovrà essere infatti approvato dai consiglieri.

 

Santantonio ha anche criticato l’idea di vendere le quote Asco per la bonifica dell’eternit: “Da informazioni acquisite presso operatori del settore, si apprende che il costo di smantellamento dell’amianto è compreso tra gli 8 e i 12 euro a metroquadrato. Una spesa quindi contenuta entro un massimo di 100mila euro, che potrebbe essere sostenuta anche dalla attuale proprietà e, solo in estrema ipotesi di derelizione, dal Comune, senza vendere i gioielli di famiglia”.

 

L’assessore Giuseppe Costa, da cui proveniva l’ipotesi di vendere le quote, aveva parlato invece di 300mila euro.

 



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Roberto Silvestrin

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