TREVISO - La Prefettura di Treviso puntualizza - con una nota - di aver chiesto sin dalla prima attivazione dei centri di accoglienza per migranti la collaborazione delle tre aziende Usl del trevigiano per la verifica degli standard igienico sanitari, anche "in concomitanza con le ispezioni che la stessa Prefettura effettua per l'adempimenti degli obblighi da parte degli enti gestori dei centri".

La replica arriva dopo che l'azienda Usl 2 Marca Trevigiana aveva evidenziato "l'impossibilità" di procedere con verifiche a campione nei centri di accoglienza per accertare le condizioni sanitarie.
"Ferme restando le esigenze di ingresso nei centri per il controllo sanitario sulle persone, ovviamente sempre consentito" sottolinea la Prefettura, gli accessi alle strutture sono subordinati alla autorizzazione dell'ente territoriale di Governo "per evidenti esigenze di sicurezza e tutela degli stessi operatori sanitari", previa valutazione da parte della Questura.

"La necessità di una previa autorizzazione – precisa ancora la Prefettura - non impedisce in alcun modo la possibilità che le verifiche delle Uls siano effettuate a sorpresa, in quanto le date delle ispezioni non vengono comunicate prima agli enti gestori, come di fatto avviene".
 

La Prefettura di Treviso conclude evidenziando che i controlli già attivati da tempo nei centri di accoglienza da parte della direzione territoriale del Lavoro e dei Vigili del fuoco hanno portato "a sensibili miglioramenti nella gestione delle strutture".